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Caltanissetta, vivevano tra escrementi e rifiuti: due sorelle morte di stenti in casa

“Era una famiglia molto schiva che non aveva relazioni sociali però presente alle processioni e alle funzioni religiose. Il capofamiglia era morto durante il primo lockdown” ha raccontato il sindaco di Marianopoli, cittadina dove le due sorelle cinquantenni sono state trovate morte sabato mattina.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di Archivio
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Due sorelle sono morte nelle scorse ore nella loro casa di edilizia popolare piena di escrementi e rifiuti che condividevano con la loro anziana madre. Al momento gli investigatori ipotizzano che siano morte per il grave stato di malnutrizione e povertà in cui vivevano accentuato dal forte caldo di questi giorni, sintomi che presentava anche l'anziana madre, ora ricoverata in ospedale. La terribile scoperta è avvenuta nella mattinata di oggi, sabato 26 giugno, in un'abitazione di Marianopoli, piccolo comune  del libero consorzio comunale di Caltanissetta. A lanciare l'allarme sono stati alcuni vicini che hanno allertato i carabinieri che poi hanno fatto la tragica scoperta. A chiamare i vicini sarebbe stata la madre delle due vittime.

Quando i militari sono arrivati sul posto, le due sorelle, una di 53 e l'altra di 56 anni, erano prive di sensi: una delle due era già morta ed è stato possibile solo accertarne il decesso, l'altra era gravissima ma viva. È  stata trasportata d'urgenza in ambulanza verso il pronto soccorso dell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta ma purtroppo è morta lungo il tragitto. Sui corpi delle due è stata disposta l'autopsia dalla magistratura cha aperto un'inchiesta per accertare i fatti.

Secondo i residenti della zona, le due signore non frequentavano altre persone in paese ma vivevano sempre da sole. "Devo prima capire i fatti per potermi esprimere, sicuramente quello che è accaduto mi ha molto turbato. Questa mattina sono stato tra i primi ad arrivare in via Siracusa e quella in cui mi sono imbattuto era una scena davvero drammatica"  ha dichiarato il sindaco di Marianopoli, Salvatore Noto, aggiungendo: "A noi non era mai stata segnalata nessuna situazione di disagio. Vista dall'esterno nessuno si immaginava una situazione così grave. Cercheremo di capire perché si sia arrivati a una condizione simile. Era una famiglia molto schiva che non aveva relazioni sociali però presente alle processioni e alle funzioni religiose. Il capofamiglia era morto durante il primo lockdown e non hanno potuto fare nemmeno il funerale"

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