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Calci e pugni a un’infermiera dopo ore di attesa al pronto soccorso

L’infermiera aggredita non condanna: “Anche se vittima di una violenza, non condanno chi mi ha colpito. Anche io, da madre, vedendo mia figlia piangere in attesa, tanto tempo, avrei potuto reagire”.
A cura di D. F.
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L’episodio a Roma: un bambino è stato ricoverato in ospedale per un’intossicazione da sostanze stupefacenti. A casa dei genitori i finanzieri hanno trovato hashish e numerosi frammenti di sostanze stupefacenti, anche nella cameretta del bambino.

La lunga attesa al pronto soccorso può dare alla testa… Quante volte ci è capitato di assistere a urla di rabbia, magari dopo ore seduti su una sedia? Ebbene, a Sarno si è andati oltre, e dopo aver aspettato troppo a lungo alcuni pazienti si sono scagliati contro un'infermiera, colpita con calci e pugni. Incredibilmente, la donna non ha condannato i suoi aggressori: "Anche se vittima di una violenza, non condanno chi mi ha colpito. Anche io, da madre, vedendo mia figlia piangere in attesa, tanto tempo, avrei potuto reagire".

E' accaduto mercoledì all'ospedale Martiri di Villa Malta, dove è stata portata una bambina di due anni dolorante al polso destro. Un codice verde, urgenza minima, stabiliscono i medici del triage, che per primi fanno una valutazione del caso. i genitori tuttavia non demordono, e attendono per ore il loro turno, superati da molti pazienti più gravi. Alla fine, spazientiti, si sono scagliati contro un'infermiera del triage, che ha raccontato: "L’uomo che ha accompagnato la bambina si è avvicinato urlandomi contro, perché pretendeva fossi io a chiamare il medico per far visitare la figlia. Gli ho risposto che avevo svolto il mio compito, sarebbe stato poi il medico a farli entrare. L’uomo ha minacciato di strangolarmi, mentre una donna, che era con lui, mi ha sferrato calci all’addome. Ho chiesto aiuto, ma le guardie giurate non sono intervenute perché non è di loro competenza. Hanno solo chiamato i carabinieri". Sul posto sono giunti i militari della locale stazione, che hanno raccolto la denuncia e identificato i due aggressori.

Poi la conclusione shock dell'infermiera: "Non me la prendo con chi mi ha aggredito. Grave è invece l’atteggiamento della dirigenza sanitaria e dei vertici aziendali. Questo non è un caso isolato, ma non si prendono provvedimenti. L’assurdo è avere guardie giurate che all’occorrenza non possono intervenire, perché da contratto devono garantire la sicurezza degli immobili. Non difendono gli uomini, ma le pareti dell’ospedale".

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