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Bra, tentò di avvelenare il marito in ospedale col topicida nella minestra: condannata a 8 anni

Aveva cercato di avvelenare il marito in ospedale con un mix di farmaci e topicida sciolto nel pasto che gli avevano servito: per questo episodio che risale al 2018 Laura Davico, 50enne di Bra, è stata condannata a 8 anni di reclusione. L’avvocato: “Sentenza sbagliata e ingiusta, la quantità di sostanze somministrate in concreto non era idonea a uccidere”.
A cura di Susanna Picone
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È stata condannata a otto anni di reclusione Laura Davico, 50enne accusata di aver tentato di avvelenare il marito Domenico Dogliani, 56 anni, mentre era ricoverato all’ospedale Santo Spirito di Bra. Il processo di primo grado nei confronti della donna si è concluso oggi al Tribunale di Asti. Il giudice ha accolto in pieno la richiesta di condanna avanzata dal pm Vincenzo Paone. I fatti risalgono al 2018. Il marito dell’imputata era stato ricoverato all’ospedale di Bra per una polmonite e il fatto che non rispondesse come ci si aspettava alle cure aveva insospettito i medici. Così gli investigatori avevano installato delle telecamere nella stanza dell’uomo per scoprire che cosa stesse succedendo e la moglie era stata ripresa mentre scioglieva qualcosa nel pasto portato dal personale ospedaliero. Si trattava di un mix di farmaci e topicida. Davico non ha mai fornito un movente per l’episodio di cui è accusata e ha sempre dichiarato di avere avuto intenzione di aiutare il marito e non di danneggiarlo.

"Sentenza sbagliata e ingiusta" – “Una sentenza sbagliata e ingiusta – ha commentato la condanna l’avvocato della donna, Roberto Ponzio -. Secondo i nostri periti la quantità di sostanze somministrate in concreto non era idonea a uccidere. Inoltre non è stato evidenziato un grado di tossicità tale da causare la morte. Il signor Dogliani peraltro non ha manifestato sintomi indotti dall’assunzione, e non ci sono stati effetti sull’organismo, né pericoli per la sua vita. Attendiamo le motivazioni che dovranno anche indicarci il movente, rimasto ignoto, visto che tra i coniugi è emerso un saldo legame affettivo. Riteniamo che il trattamento sanzionatorio sia eccessivo e ricorreremo in appello". Il marito della donna ha ottenuto un risarcimento per quella vicenda ma non si è costituito parte civile nel processo.

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