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Bologna, trovato morto in una scarpata dopo lite al bar: fermati due uomini per omicidio

Si tratta di un 34enne di origine serba e un 50enne romeno, le ultime due persone con cui il 42enne Consolato Ingenuo ha parlato prima di sparire nel nulla. Per i due l’accusa è pesantissima: omicidio in concorso aggravato dai futili motivi e occultamento di cadavere. Avrebbero litigato col 42enne al bar prima di ucciderlo e far sparire il corpo.
A cura di Antonio Palma
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Ci sono due fermi per la morte di Consolato Ingenuo, l'uomo di 42 anni scomparso nel nulla  per diverse ore e ritrovato cadavere mercoledì pomeriggio tra i boschi dell'Appennino emiliano in una scarpata a lato della strada provinciale 26, nel territorio del comune di Vergato, nella Città Metropolitana di Bologna. Si tratta di un 34enne di origine serba e un 50enne romeno, le ultime due persone con cui l'uomo ha parlato prima di sparire nel nulla. Per i due, fermati dai carabinieri su disposizione della Procura di Bologna, l'accusa è pesantissima: omicidio in concorso aggravato dai futili motivi e occultamento di cadavere. Dagli accertamenti investigativi, infatti, è emerso che l'uomo aveva trascorso le sue ultime ore di vita in un bar in compagnia proprio dei due uomini con i quali però poco dopo avrebbe avuto un litigio: poi di lui non si è saputo più nulla fino al ritrovamento del suo copro senza vita.

Da un primo esame esterno del cadavere non sono stati trovati segni di violenza ma l'uomo presenta un trauma cranico evidente che probabilmente è anche la causa di morte. Sin da subito si è sospettato che la morte non fosse  conseguenza di una caduta accidentale ma di un colpo subito dal 42enne prima di essere scaraventato nella scarpata. I carabinieri si sono subito concentrati sulle ultime ore di vita della vittima visto che nessuno dei conoscenti riusciva a dare una spiegazione del perché e del come l'operaio emiliano fosse  finito in quel posto, una zona boschiva piena di rovi.

I video delle telecamere e l'auto con tracce di sangue

L'uomo, residente nella zona, era uscito di casa lunedì ma non aveva più fatto ritorno allarmando i familiari che martedì hanno lanciato l'allarme. Il 42enne infatti non ha fatto la consueta telefonata serata alla ex moglie e alla figlia che al mattino seguente hanno provato a contattarlo senza esito. Sono scattate le ricerche condotte dagli uomini del soccorso alpino e dai vigili del fuoco che si sono concluse tragicamente intorno alle 16.30 di mercoledì. Fondamentale per ricostruire l'accaduto i video delle telecamere di sorveglianza del bar dove era stato visto l'ultima volta che hanno ripreso la lite portando gli investigatori sulla strada giusta. In precedenza però erano stati alcuni cittadini delle frazioni di Tolè e Vergato a segnalare un'auto sospetta che aveva danneggiato alcune fioriere sulle strada. Quando i Carabinieri hanno rintracciato l'auto, che si è scoperto essere in uso al 34enne fermato, hanno rinvenuto all'interno del bagagliaio delle tracce ematiche. E' bastato poco ai i militari per collegare la scomparsa alla vettura lasciata a bordo strada e che i due conoscenti potrebbero avere usato per trasportare il corpo e lasciarlo nel dirupo.

Indagini proseguono: in campo anche il Ris di Parma

"Sui motivi stiamo approfondendo nei nostri accertamenti: apparentemente sembrerebbe un motivo del tutto futile. Una litigata finita male, ma non escludiamo ovviamente, in questo stato delle indagini, che i motivi possano essere ben altri" ha spiegato il colonnello Pierluigi Solazzo, comandante provinciale dei Carabinieri di Bologna, facendo il punto sulle indagini sull'aggressione e la morte di Consolato Ingenuo. L'inchiesta infatti non è per nulla conclusa.  Ulteriori accertamenti avverranno nei prossimi giorni. "È evidente che oltre a questo dobbiamo pure avere dei riscontri tecnico-scientifici, per questo scenderà in campo anche il Ris di Parma per esami su indumenti e sulle tracce ematiche ritrovate un po' dappertutto" ha rivelato Solazzo.

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