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Biot, l’ufficiale che vendeva file segreti ai russi. La moglie: “Era disperato per le troppe spese”

La pandemia, i problemi economici e le cure alla figlia affetta da una grave disabilità: la moglie di Walter Biot così come i colleghi dell’ufficiale arrestato con l’accusa di spionaggio per aver venduto documenti segreti ai russi parlano di un uomo insospettabile. “Tremila euro di stipendio – spiega la moglie intervista da Corsera – non bastavano più per mandare avanti una famiglia con 4 figli, 4 cani, la casa di Pomezia ancora tutta da pagare, 268 mila euro di mutuo, 1.200 al mese”
A cura di Chiara Ammendola
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Per i colleghi e per chiunque lo avesse conosciuto nel corso della sua lunga carriera Walter Biot era un insospettabile, uno di quelli che mai potresti accusare di spionaggio. E invece il 56enne capitano di fregata è stato arrestato martedì sera durante un'operazione dei carabinieri del Ros insieme con la collaborazione dell'Aisi, i servizi segreti per la sicurezza interna, e dello stesso Stato Maggiore della Difesa per cui il militare lavorava. Secondo l'accusa il militare avrebbe venduto materiale segreto della Nato a un ufficiale russo e lo avrebbe fatto per soldi.

Insostenibili le spese per mandare avanti la famiglia

Ed è su questo tema che si concentrano i racconti soprattutto della moglie che difende il marito spiegando che era disperato per le spese. "Mio marito non voleva fottere il Paese, scusate la parola forte. E non l'ha fatto neanche questa volta, ve l'assicuro, ai russi ha dato il minimo che poteva dare – le parole della donna all'indomani dell'arresto del militare – niente di così compromettente. Perché non è uno stupido, un irresponsabile. Solo che era disperato. Disperato per il futuro nostro e dei figli. E così ha fatto questa cosa…". Claudia Carbonara, questo il nome della moglie di Walter Biot, spiega che il marito era in crisi da tempo e che aveva paura di non riuscire a fronteggiare le spese necessarie a gestire la famiglia, diventati insostenibili con l'arrivo della pandemia.

La moglie: non avrebbe mai pregiudicato la sicurezza del paese

"Tremila euro di stipendio – spiega la donna intervista da Corsera – non bastavano più per mandare avanti una famiglia con 4 figli, 4 cani, la casa di Pomezia ancora tutta da pagare, 268 mila euro di mutuo, 1.200 al mese. E poi la scuola, l'attività fisica, le palestre dei figli a cui lui non voleva assolutamente che dovessero rinunciare. Noi viviamo per i figli, abbiamo fatto sempre tanti sacrifici per loro. Niente vizi, niente lussi, attenzione, solo la vita quotidiana che però a lungo andare fa sentire il suo peso". Secondo la moglie, Biot "non è uno stupido" e per questo non avrebbe venduto documenti che potessero pregiudicare l'interesse nazionale, ma questo saranno le indagini a stabilirlo. Intanto Biot si trova in carcere con l'accusa di spionaggio politico-militare e spionaggio di notizie per cui rischia fino a 15 anni di carcere. Al momento non risponde alle accuse così come l'ufficiale russo fermato durante il blitz avvenuto martedì sera.

La carriera e il bisogno di soldi

Anche secondo gli investigatori il capitano sarebbe stato spinto a tradire per bisogno di soldi, così come confermato dalla moglie. Secondo i colleghi la debolezza di Walter Biot era principalmente legata alla salute di uno dei suoi figli, una bambina affetta da un handicap grave e bisognosa di cure continue e costose, di un’assistenza totale, per cui lui fruiva anche della Legge 104. Una carriera intensa quella di Biot che lo ha portato, da sottufficiale della Marina Militare a ufficiale grazie a dei concorsi interni. Poi il passaggio allo Stato maggiore della Marina militare, come ufficio stampa, e infine il passaggio allo Stato maggiore della Difesa.

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