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Bimbo di 4 anni morì dopo essere stato curato solo con l’omeopatia: assolti i genitori

Il tribunale di Lecce ha assolto i genitori del piccolo Luca, morto nel 2011 in Puglia. Secondo l’accusa, il bambino era morto a causa di cure omeopatiche ritenute inadeguate.
A cura di Susanna Picone
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Il Tribunale di Lecce ha assolto “perché il fatto non sussiste” i genitori del piccolo Luca, un bambino di quattro anni morto il 20 ottobre del 2011 a Tricase. Il papà medico del bambino e sua moglie – assistiti dagli avvocati Lorenzo Valgimigli del foro di Ravenna e Giulio De Simone del foro di Lecce – erano accusati di aver provocato la morte del piccolo perché lo avevano curato solo con medicine omeopatiche a fronte di alcune serie patologie e infine di una broncopolmonite che si rivelò letale. L’assoluzione di Luigi Monsellato e della moglie Giovanna è arrivata al termine del dibattimento in cui sono state discusse le consulenze tecniche. Anche il pubblico ministero aveva chiesto l'assoluzione, con la formula “per non aver commesso il fatto”. Il giudice ha accolto la tesi difensiva secondo cui non vi sarebbe stato alcun nesso di causalità tra le condotte dei genitori e la morte del bambino. A causare la morte del bambino non sarebbero state le mancate cure o una alimentazione inadatta ma l’impossibilità di assorbire proteine.

L’accusa per i genitori di Luca era di omicidio colposo, per aver omesso in cooperazione tra loro, fin dalla nascita del bambino, di ricorrere ai necessari accertamenti diagnostici, cure e provvedimenti terapeutici riconosciuti e prescritti dalla miglior scienza ed esperienza medica e di sottoporlo a periodiche visite di controllo da parte del pediatra di base. Secondo l’accusa, anche in presenza di un quadro clinico sempre più grave, la mamma e il papà del bimbo poi deceduto si limitarono a somministrargli prodotti omeopatici che il padre riteneva efficaci ma che invece secondo la Procura erano “assolutamente inidonei a curare le gravi patologie” che provocarono la morte del piccolo. Nel 2015 il pm Alberto Santacatterina aveva chiesto l'archiviazione, respinta dal gip Alcide Maritati (che dispose l'imputazione coatta).

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