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Barcone con 20 persone sta affondando in mare, interviene la Guardia costiera libica

Un gommone con a bordo venti persone è naufragato al largo della costa libica. Alarm Phone ha chiesto il tempestivo intervento delle autorità italiane, maltesi e tunisine, dal momento che i libici sono nel frattempo precipitati in una nuova guerra civile. Sempre Alarm Phone ha comunicato che i 20 migranti sono stati soccorsi dalla cosiddetta Guardia costiera libica.
A cura di Davide Falcioni
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Aggiornamento: Alarm Phone ha comunicato in serata che la Guardia costiera libica ha intercettato la barca con 20 migranti a bordo: "Le 20 persone saranno riportate in una zona di guerra da una milizia finanziata dall'Ue. È una vergogna che questo respingimento illegale e disumano avvenga nell'indifferenza generale", aggiunge Alarm Phone. A bordo dell'imbarcazione si trovavano altri otto migranti, finiti in mare e dati per dispersi, secondo quanto hanno riferito gli altri. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini commenta: "I famosi 20 che ‘stavano affondando' sono stati prontamente salvati dalla Guardia Costiera libica e riportati a terra. Molto bene!".

Un gommone con a bordo venti persone sta affondando al largo della costa libica. A dare l'allarme è Alarm Phone, il sistema di riferimento per i migranti che affrontano la traversata nel Mar Mediterraneo e hanno bisogno di aiuto, In un tweet l'associazione ha spiegato che le autorità italiane, maltesi e tunisine sono state allertate questa mattina alle sei e almeno otto migranti sarebbero dispersi in mare. Nei paraggi non ci sarebbero ONG attive e anche l'italiana Meditarranea ha chiesto un tempestivo intervento di soccorso.La cosiddetta Guardia Costiera libica non risponde alle richieste di aiuto, dal momento che il paese è precipitato nell'ennesima guerra civile.

L'ennesimo naufragio al largo della Libia arriva mentre si attende ancora una soluzione per i 63 migranti salvati una settimana fa dalla nave Alan Kurdi dell'ONG Sea Eye, da giorni in attesa al largo delle coste di Malta. Le condizioni dei naufraghi, fra i quali ci sono dodici donne e due bambini, sta diventando "allarmante", afferma l'Ong tedesca. "Congelano, si bagnano ancora e ancora e naturalmente non possono cambiare i vestiti", ha dichiarato il comandante delle operazioni Jan Ribbeck. Un terzo delle persone ha sofferto di mal di mare nelle ultime  24 ore, mentre preoccupa anche la scarsità di acqua. Per questo ieri mattina, Ribbeck ha informato le autorità maltesi che ulteriori riserve di cibo, acqua potabile e vestiti sono necessarie entro oggi, mercoledì 10 aprile.

Sulla distribuzione dei 63 naufraghi si sta giocando l'ennesimo braccio di ferro tra i paesi membri dell'Unione Europea e le trattative sulla loro redistribuzione sono ancora in corso. Nel frattempo, la Sea Eye prepara una battaglia legale a causa del fermo forzato dei naufraghi, a cui è stato fino ad oggi tassativamente impedito di scendere dalla nave. L'Italia, al solito, ha prima rifiutato l'attracco in un porto sicuro dopo il salvataggio, quindi dato l'ok a scendere solo alle madri con i bambini, che tuttavia avrebbero dovuto separarsi dai padri.

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