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Banca Etruria, una “cabina di regia” impose la vendita di obbligazioni subordinate

Secondo gli inquirenti, che ipotizzano il reato di truffa aggravata in concorso, i clienti di Banca Etruria vennero spinti ad acquistare le obbligazioni subordinate e talvolta anche ad effettuare disinvestimento di operazioni a capitale garantito in favore dell’acquisto di titoli più rischiosi, senza che venissero messi al corrente del tipo di rischio connesso.
A cura di Charlotte Matteini
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Una "cabina di regia" occulta ordinava ai dipendenti di Banca Etruria di piazzare le obbligazioni subordinate ai piccoli risparmiatori, ai quali non avrebbero potuto essere vendute in quanto titolari un profilo d'investimento a basso rischio, non in linea quindi con la tipologia di investimento finanziario in questione. Questa è l'ipotesi avanzata dalla Procura di Arezzo, che sta indagando sul dissesto dell'istituto bancario aretino.

Gli inquirenti, infatti, vagliando le dichiarazioni rese dagli oltre 400 denuncianti raccolte dalla Procura, ritengono di aver individuato con "ragionevole certezza" la presenza di una cabina di regia a livello manageriale, la quale si sarebbe occupata di prescrivere "il collocamento delle obbligazioni subordinate in modo granulare", individuando tra i possibili acquirenti anche e soprattutto investitori dal profilo di rischio medio-basso, che non avrebbero avuto le conoscenze necessarie per comprendere il grado di rischio che avrebbe comportato investire in strumenti finanziari così complessi.

Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Arezzo e Firenze sta proseguendo con le perquisizioni. I militari stanno cercando e sequestrando tutti i documenti relativi al collocamento delle obbligazioni subordinate sul mercato finanziario. Gli inquirenti ipotizzano, infatti, il reato di truffa aggravata in concorso e mirano a portare alla luce tutti gli elementi che potrebbero evidenziare una condotta illecita, ovvero l'imposizione della sottoscrizione di questi bond a una clientela retail, priva di un profilo finanziario adeguato all’investimento.

Le indagini della Finanza, coordinate dal procuratore capo Roberto Rossi, hanno evidenziato che gli investimenti in obbligazioni subordinate "sono stati prospettati ai vari clienti come investimento sicuro ed analogo a quelli in obbligazioni ordinarie e titoli di Stato". Non solo, secondo quanto rilevato fino ad ora, ci sarebbero anche stati casi in cui il cliente "è stato spinto ad effettuare il disinvestimento da operazioni a capitale garantito per favorire l’acquisto delle obbligazioni subordinate". Una sorta di "promozione", così era stata presentata dalla banca, rivolta ai migliori clienti, che però in quanto "promozione" doveva essere sottoscritta in tempi molto brevi, per non perdere l'occasione.

Ipotesi di reato che sembrano in qualche modo contraddire le dichiarazioni rese stamane dal presidente della Consob Giuseppe Vegas, il quale ha sostenuto che "i bond subordinati sono stati redatti nel rispetto delle regole di trasparenza previste dalle norme sul prospetto informativo e hanno dato massima evidenza a tutti i fattori di rischio connessi alla complessità degli strumenti e alla situazione in cui versavano le banche, specificando anche il rischio di perdere l'intero capitale investito". Tradotto: chi li ha acquistati, sapeva quali rischi avrebbe potuto correre.

Nel frattempo proseguono anche le indagini coordinate dalla Procura di Civitavecchia, che indaga sull'ipotesi di truffa e istigazione al suicidio di Luigi d'Angelo, il pensionato che il 28 novembre 2015, venendo a scoprire di aver perso tutti i risparmi di una vita, ammontanti a centomila euro circa, si è tolto la vita, impiccandosi. Il 4 maggio scorso, infatti, i militari della Guardia di Finanza hanno operato un blitz negli uffici centrali di Banca Etruria allo scopo di acquisire ulteriore documentazione ai fini dell'indagine.

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