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Arrestato il killer di Pinasca: era fuggito dopo aver ucciso il vicino di casa a fucilate

È stato catturato Stefano Barotto, 69enne che ieri ha ucciso il suo vicino di casa, Assuntino Mirai, a fucilate a Pinasca, in provincia di Torino. L’uomo dopo il delitto si era dato alla fuga ma è stato braccato dai carabinieri che al termine di una notte di ricerche lo hanno raggiunto fuori la sua abitazione, dove si è infine arreso.
A cura di Ida Artiaco
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È finita la fuga di Stefano Barotto, il muratore in pensione di 69 anni che ieri, venerdì 18 ottobre, ha ucciso a fucilate il suo vicino di casa, Assuntino Mirai, 66 anni, al culmine di una lita scoppiata per motivi legati al parcheggio delle rispettive auto a Pinasca, in provincia di Torino. Il killer, che era scappato subito dopo aver compiuto l'omicidio, è stato infatti fermato di carabinieri a pochi passi dalla sua abitazione, in borgata Mercateria, dove si è infine arreso. Ha vagato per tutta la notte nei boschi vicino al colle del Crò armato dello stesso fucile usato per il delitto e braccato dai militari, che hanno utilizzato anche un elicottero per le ricerche e oltre 60 uomini disseminati nella zona, tra ricerche a piedi con il nucleo cinofili e posti di blocco sulle principali vie di accesso e uscita al paese piemontese. Barotto era infreddolito e stremato dopo la nottata e si è diretto nella sua abitazione, circondata da forze dell'ordine. I militari hanno aspettato che uscisse di casa, dopo aver posato le armi prima di intervenire e arrestarlo.

Barotto aveva ucciso a fucilate ieri Assuntino Mirai, agricoltore sardo di Muravera ma da tempo residente in Piemonte, davanti agli occhi increduli della moglie di quest'ultimo. Per lui non c'è stato nulla da fare: colpito da almeno proiettili alla gamba e al torace è morto poco dopo quasi sul colpo. Anche la donna è stata ascolta a lungo dai carabinieri per chiarire i contorni di questa vicenda. Mirai e Barotto erano vicini di casa e secondo gli inquirenti litigavano spesso e per i motivi più svariati, anche per il parcheggio delle rispettive auto nella zona di pertinenza della loro abitazione. L'auto dell'aggressore, usata per un tratto di fuga, era stata ritrovata a circa 700 metri dall’abitazione.

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