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Covid 19

Amministratori Rsa si fingevano dipendenti per avere il vaccino covid: a Biella indagine per truffa

Per il caso dei cosiddetti furbetti del vaccino a Biella, la Procura pimontese al momento ipotizza il reato di Truffa ai danni dello Stato. I carabinieri del Nas di Torino, a cui sono state affidate le indagini sul caso hanno sequestrato tutti gli elenchi dei vaccinati che saranno analizzati nel dettaglio. La seconda dose però sarà garantita a tutti per ragioni sanitarie.
A cura di Antonio Palma
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Dirigenti e amministratori di case di riposo che si sarebbero finti semplici dipendenti di cooperative e quindi a contatto diretto e quotidiano con i malati per poter accedere al vaccino anti covid, è solo uno dei presunti comportamenti scorretti che sarebbero avvenuti durante la campagna vaccinale in alcune zone del Piemonte e su cui ora cerca di fare luce la Procura della Repubblica di Biella. Dei cosiddetti furbetti del vaccino a Biella si parla in realtà già dalla fine di gennaio quando sono arrivate le prime segnalazioni di somministrazione dell'antidoto alla covid a soggetti  che sulla carta non avrebbero avuto diritto alle prime dosi perché non appartenenti alla categoria degli Operatori Sanitari e Sociosanitari né a quella degli ospiti delle Rsa

In base a quelle segnalazioni ora i pm piemontesi hanno deciso di avviare un fascicolo di indagine sui presunti furbetti dei vaccini anti Covid per chiare se in effetti si sia trattato di scorrettezze e nel caso capire chi ne sia responsabile oltre ai vaccinati. La Procura di Biella al momento ipotizza il reato di Truffa ai danni dello Stato ma ancora non vi sono iscritti nel registro degli indagati anche se le indagini sono solo all'inizio e solo con l'esame dei documenti acquisiti potrà avere un quadro più chiaro di quanto accaduto.

Nei giorni scorsi infatti i carabinieri del Nas di Torino, a cui sono state affidate le indagini sul caso, si sono presentati nei vari uffici Asl e hanno sequestrato tutti gli elenchi dei vaccinati che saranno analizzati nel dettaglio. L'inchiesta coordinata dal procuratore Teresa Angela Camelio, conta di ascoltare nei prossimi giorni molte delle persone indicate come non appartenete alle categorie indicate per il vaccino anti covid, si parla di un centinaio di persone. Tra di loro alcuni amministratori di case di riposo che non avevano diritto alla vaccinazione e altri che si sarebbero inseriti fra i lavoratori delle cooperative che operano all'interno delle Rsa e dell'ospedale. Il commissario dell'Asl biellese, Diego Poggio, ha assicurato che tutti i nominativi saranno verificati ad uno ad uno per il richiamo. La seconda dose però sarà garantita a tutti per ragioni sanitarie.

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