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Alessio e Simone travolti e uccisi davanti casa, dolore dei genitori: “Autista scarcerato, a noi ergastolo”

“Chiediamo ai giudici di non negarci quella giustizia in cui credevamo perché, altrimenti, solo la nostra condanna sarà a vita” hanno dichiarato i genitori dei due piccoli.
A cura di Antonio Palma
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“Chi ha investito e ucciso Alessio e Simone ora è fuori dal carcere e solo noi, noi genitori, abbiamo l'ergastolo", sono le parole di dolore dei genitori di Alessio e Simone D'Antonio, i due cuginetti travolti e uccisi da un’auto a folle corsa davanti casa tre anni fa tra le stradine di Vittoria, in provincia di Ragusa. Dal primo giugno infatti l’uomo che era al volante di quella vettura, Rosario Greco, è stato scarcerato per ordine dei giudici e posto ai domiciliari in attesa del nuovo processo a suo carico.

Un altro passo di una vicenda giudiziaria contorta che non fa altro che riacutizzare le ferite e il dolore che una morte così assurda ha inflitto ai parenti dei due bimbi. La Corte di Cassazione infatti lo scorso marzo ha annullato per un vizio di forma la sentenza d'appello, che aveva condannato a nove anni di reclusione Greco, e disposto un nuovo appello bis. In attesa del nuovo processo, la Corte d'Appello ha accolto l’istanza della difesa e posto l’imputato ai domiciliari.

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Un passo che ha spinto i genitori dei due undicenni a rilasciare pubblicamente dure parole contro il sistema giudiziario. "Siamo distrutti, ma che giustizia è questa? È uno schifo. Si chiama ingiustizia, non giustizia. A meno di un mese dai tre anni dalla morte di Alessio e Simone, chi li ha investiti quella notte riducendoli a poltiglia, è fuori dal carcere. Solo noi, noi genitori, abbiamo l'ergastolo" hanno dichiarato i due papà all'Agi.

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“Siamo senza parole. Ci siamo affidati alla giustizia, non possiamo pensare che a meno di tre anni dalla strage che ci tolse i nostri figli, oggi questo delinquente sia fuori dalla galera. Non ci possiamo pensare. È questa la giustizia che lo Stato italiano riconosce a noi genitori? Tre anni di carcere per aver trucidato due bambini? Chiediamo una mobilitazione civile, chiediamo ai giudici di non negarci quella giustizia in cui credevamo perché, altrimenti, solo la nostra condanna sarà a vita" hanno aggiunto amaramente i due fratelli.

Era l’11 luglio del 2019 quando Rosario Greco, alla guida di un Suv, travolse i due cuginetti Simone e Alessio D’Antonio che stavano seduti all’aperto davanti casa, in una stradina della città siciliana. In quella calda sera d’estate la vettura guidata da Greco, che aveva bevuto e aveva fatto uso di stupefacenti, arrivò a forte velocità e falciò entrambi i ragazzini. Alessio morì la sera stessa della tragedia, il cugino Simone si spense dopo qualche giorno di agonia.

Dopo le due sentenze di condanna in primo e secondo grado, la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d'appello a causa di un "vizio di motivazione" dell'appello, concernente il rigetto della perizia psichiatrica richiesta dalla difesa.

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