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Alberobello, scoperti due canguri rossi in una struttura ricettiva: usati per attirare i clienti

I carabinieri del Cites di Bari un paio di giorni fa nel corso di un controllo sul commercio di specie animali protette e sulla regolare detenzione di animali pericolosi hanno scoperto la presenza dei due esemplari di canguro rosso in una struttura ricettiva di Alberobello.
A cura di Davide Falcioni
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Che ci fanno due canguri rossi in una struttura ricettiva di Alberobello? È quello che si sono chiesti i carabinieri del Cites di Bari un paio di giorni fa quando, nel corso di un controllo sul commercio di specie animali protette e sulla regolare detenzione di animali pericolosi, hanno scoperto la presenza dei due esemplari, decisamente lontani dal loro habitat naturale e utilizzati dai gestori della struttura per attrarre clienti. I canguri rossi sono una specie la cui detenzione è proibita, in quanto compresi nell’elenco delle specie animali che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica. Dopo il sequestro, i due esemplari sono stati affidati in custodia giudiziaria allo Zoo di Fasano.

Chi è il canguro rosso

Il canguro rosso – il cui nome scientifico è Macropus rufus – è il più grande marsupiale del pianeta. Il termine Macropus deriva dal greco e significa appunto “grande piedi” indicando una delle peculiarità che maggiormente caratterizzano i canguri. I loro salti, infatti, possono raggiungere i nove metri di lunghezza e i tre metri di altezza alla velocità di 48 chilometri orari, durante i quali la coda viene tenuta all’insù e funziona da bilanciere. La parola “canguro”, invece, deriva da gangurru usata dagli aborigeni australiani e venne registrato con il termine inglese “Kangooroo o Kanguru” per la prima volta nel 1770 dal Capitano James Cook, il quale sbarcò lungo la costa nord-orientale dell'Australia per effettuare una riparazione alla nave. L'habitat dell'animale è quello australiano e resta da capire come mai due esemplari siano arrivati nella Murgia.

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