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Agrigento, ucciso perché molestava le donne del paese: tre arresti

“Mi chiese se potevo organizzare l’omicidio. Mi disse che il colpo di grazia avrebbe dovuto essere ai testicoli perché fosse a tutti chiaro il movente”. Così Antonio Mangione, esecutore materiale del delitto di Pasquale Mangione, ucciso nel 2011 a colpi di pistola. Il caso è stato risolto oggi, dopo dieci anni, grazie alla confessione di uno degli esecutori. Il delitto fu commissionato dal figlio dietro pagamento di un compenso di diecimila euro. Movente, la condotta ‘molesta’ dell’uomo, che aveva tentato un approccio anche con la nuora.
A cura di Angela Marino
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È accusato di aver fatto uccidere il padre perché aveva molestato molte donne, tra cui la sua stessa nuora, moglie di un altro figlio. Dopo nove anni, la Procura ha arrestato tre uomini, ritenuti gli esecutori materiali dell'omicidio di Pasquale Mangione, 69enne ucciso a colpi di arma da fuoco il 2 dicembre 2011 in contrada Modaccamo, fra Raffadali e Cianciana, in provincia di Agrigento. Il 69enne venne ucciso con due colpi di pistola calibro 7.65, e ritrovato cadavere dopo una settimana dilaniato agenti atmosferici e dagli animali. Il figlio della vittima, noto ristoratore di Raffadali e attualmente indagato per i fatti, avrebbe commissionato l'omicidio del padre dietro il pagamento di un compenso di diecimila euro.

Per questo si sarebbe rivolto ad Antonino Mangione, reo confesso, uno dei tre soggetti raggiunti dalla misura cautelare, ordinando l'omicidio. “Mi chiese se potevo organizzare un omicidio senza dirmi, in un primo momento, chi fosse la vittima – ha raccontato Mangione agli inquirenti – Mi disse solo che il colpo di grazia avrebbe dovuto essere ai testicoli perché fosse a tutti chiaro il movente e che ci sarebbe stato un compenso di 10mila euro”.

Antonino Mangione, decise dunque di coinvolgere Roberto Lampasona, 43 anni, e  Angelo D’Antona, 35 anni, oggi rintracciati e arrestati dalla Squadra Mobile di Agrigento per i fatti. Sarebbero stati proprio loro a tendere l'agguato mortale a Mangione. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il movente del delitto era la condotta di Pasquale Mangione, allontanato di casa dalla moglie per le sue avances a donne sposate e dopo aver tentato un approccio intimi, sempre secondo la ricostruzione dei fatti, proprio con la nuora.

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