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Addio Rodrigo Rodriquez, l’imprenditore che amava l’Africa e che vi portò ospedali e medici

È morto questa mattina Rodrigo Rodriquez, imprenditore milanese e fondatore di un’Associazione che, negli ultimi 30 anni, ha garantito cure mediche e istruzione agli abitanti della Tanzania, uno dei paesi più poveri del mondo. Rodriquez diceva: “È dovere e interesse di ciascuno di noi contribuire a ridurre il divario con i cosiddetti paesi in via di sviluppo”.
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A cura di Davide Falcioni
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Rodrigo Rodriquez
Rodrigo Rodriquez

Il mondo del volontariato e della cooperazione internazionale perdono un uomo di grande spessore che negli ultimi 30 anni si è speso anima e corpo per garantire cure mediche di qualità a uomini, donne e bambini della Tanzania, uno dei paesi più poveri del mondo: è infatti morto stamattina all'età di 83 anni Rodrigo Rodriquez, imprenditore milanese da sempre attivo nel campo del design ma anche grande amante dell'Africa, continente in cui ha aperto ospedali e scuole e in cui si recava di frequente. "È dovere e interesse di ciascuno di noi – diceva Rodriquez – contribuire a ridurre il divario con i cosiddetti paesi in via di sviluppo, soprattutto quando, come per la Tanzania, la via dello sviluppo è lunga e percorsa assai lentamente". Rodrigo Rodriquez è stato stroncato da un cancro scoperto solo nelle ultime settimane che non gli ha lasciato scampo.

Chi era Rodrigo Rodriquez, uno dei re dell'industria del mobile

Nato a Roma nel 1937, dopo la laurea in giurisprudenza conseguita nel 1960 ha intrapreso le prime esperienze professionali all'estero. Dopo aver sposato Adele Cassina – con la quale ha avuto quattro figli – nel 1969 Rodriquez ha iniziato la sua lunga avventura nel campo dell’industria del mobile come Vice Direttore Generale della C&B Italia fino al 1972; poi, alla Cassina, Direttore Generale dal 1973 al 1980, e Vice Presidente e Amministratore Delegato sino al 1991, permettendo all'azienda di diventare leader nel settore del design e realizzandone la sua internazionalizzazione. Rodrigo Rodriquez è stato, tra le altre cose, membro, su decreto del Ministero dei Beni e della Attività Culturali, del CdA della Fondazione Parco Archeologico di Pompei e alto dirigente di Confindustria, oltre che figura di spicco della Fiera di Milano.

L'associazione Ruvuma e l'ospedale in un villaggio africano

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Accanto all'amore per il mondo del design Rodrigo Rodriquez coltivava quello per la Tanzania, una delle nazioni più povere del mondo. Nel 1990 l'imprenditore accompagnò suo figlio in un viaggio organizzato nel paese africano per gli studenti dell’università di Bologna: in quell'occasione vide una donna partorire in una scarpata e quella scena fu la molla che lo spinse a impegnarsi attivamente per quel popolo pacifico e sorridente fondando l'associazione Ruvuma Onlus. Rodriquez decise quindi di finanziare la costruzione di un piccolo dispensario che, col passare degli anni, si è ingrandito ed è diventato un ospedale di riferimento per la grande città di Dar Es Salaam e per i piccoli villaggi che la circondano in un raggio di decine di chilometri, garantendo a lungo cure mediche a migliaia di persone che non ne avevano accesso e che, sovente, si rivolgevano a veri e propri stregoni.

Fiore all'occhiello dell'associazione Ruvuma è l'Ospedale Santa Maria Nascente di Mbweni, struttura sanitaria all'avanguardia per gli standard del paese, dotata di due sale operatorie tra le più attrezzate della Tanzania. L’attività è garantita da personale locale pagato dall'associazione e affiancato da medici e infermieri volontari italiani (il direttore sanitario è il dottor Giuseppe Travaglini). Dal 10 luglio 2008 l’Health Centre di Mbweni Santa Maria Nascente è diventato il primo e unico ospedale italiano in Tanzania riconosciuto dall’agenzia del Ministero della Salute come struttura con i requisiti idonei per aderire all’Alleanza degli Ospedali Italiani nel Mondo. Negli anni Ruvuma ha implementato i servizi aprendo un moderno reparto di maternità ma anche fornendo annualmente borse di studio a studenti della Scuola Professionale di Mtongani, e soprattutto una formazione costante a medici e infermieri tanzaniani.

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