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Acireale, devasta il terreno che gli è stato confiscato: “Vi spacco la telecamera in testa”

Due settimane fa, Fanpage aveva raccontato di un terreno confiscato alla mafia, ad Acireale, ancora utilizzato dal precedente proprietario. Oggi l’uomo, il pregiudicato acese Mario Michele Lanzarotti, era a lavoro con un gruppo di operai per distruggere ogni cosa. La pavimentazione è stata divelta, così come la recinzione esterna. Gli alberi sono stati tagliati e gli impianti interrati sono stati distrutti. Di quello che era, non è rimasto quasi nulla. Alla vista della telecamera, Lanzarotti urla: “Ve la spacco in testa”.
A cura di Luisa Santangelo
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Mario Lanzarotti
Mario Lanzarotti

Di quello che era non è rimasto niente. Del terreno ordinato, pavimentato, con la piscina coperta e gli alberi ben tenuti non c'è più traccia. Ci sono, invece, le mattonelle impilate, gli alberi divelti, i buchi nel terreno per strappare la rete idrica. Nelle scorse settimane, Fanpage aveva raccontato la storia di un bene confiscato alla mafia ad Acireale, in provincia di Catania, che – come verificato da questa testata – risultava essere ancora nelle disponibilità del precedente proprietario: il pregiudicato acese Mario Michele Lanzarotti, con a carico anche una condanna per mafia. Ed era lui all'interno del terreno, a dirigere il lavoro degli operai chiamati a giornata per portare via tutto quello che poteva. "Vi spacco la telecamera in testa", urla Lanzarotti quando Fanpage arriva per documentare la devastazione di un'area di proprietà dello Stato dopo una confisca antimafia divenuta irrevocabile nel 2018.

Di quella confisca fa parte il terreno con piscina, oggi distrutto, e un appartamento nel centro storico della cittadina acese. L'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, su cui la procura di Catania ha aperto un'indagine, è a conoscenza dell'occupazione. Ma lo sgombero non è avvenuto. "Noi siamo operai, Lanzarotti non c'è", dice oggi lui stesso, fingendosi prima un semplice lavoratore e poi un cugino dell'uomo. "Non dovete fare riprese, se volete le fate quando noi ce ne andiamo". A camera bassa ma accesa continua: "Ci hanno detto di fare questi lavori e li stiamo facendo". Quando si accorge che stiamo ancora registrando attacca: "Di nuovo con questa merda di telecamera, ve la spacco in testa".

Nel frattempo, sul posto arrivano gli attivisti dell'Arci e della testata catanese I siciliani giovani. Anche loro aggrediti verbalmente per via di una telecamera. "Prendo la targa della macchina, e se vedo che appaio nel video vi vengo a cercare", prosegue. Pochi istanti dopo, ordina agli operai di portare via il camion e i mezzi e lui stesso va via con un altro furgone parzialmente carico. A quel punto, arrivano le forze dell'ordine: la polizia e i carabinieri, in primis. Poi il sindaco di Acireale e una pattuglia di vigili urbani. Lanzarotti torna poco dopo, accompagnato dal figlio: "L'accusa di mafia è una cosa vecchia, è del 1996 – racconta lui – Io questo l'ho comprato anni dopo, fino a pochi giorni fa ho continuato a pagare l'acqua e la luce". La sentenza di confisca in Cassazione è datato 2018. E prima ancora, addirittura nel 2013, proprio su quei terreni è intervenuta una "acquisizione gratuita al patrimonio del Comune di Acireale", di cui il primo cittadino attuale, però, non conosce i dettagli.

Proprio il sindaco acese Stefano Alì, nel 2021, ha chiesto all'Anbsc di potere acquisire appartamento in centro e terreno con piscina al patrimonio comunale, per utilizzarli a fini sociali. Nei fatti, entrambi i beni non erano disponibili fino a questo momento. E nell'appartamento continuano a vivere i parenti di Mario Lanzarotti. "Io per me ero nel giusto, secondo lo Stato ho sbagliato", replica poco dopo, di fronte a forze dell'ordine e autorità cittadine. "Ho perso in tutt'e tre i gradi e le sentenze si rispettano, quindi quello che è mio è e mio e quello che è dello Stato è dello Stato". E il figlio aggiunge: "È stato confiscato il terreno, ma i muri sono miei, la roulotte è mia. Anche questo è mio", indicando la pavimentazione ormai divelta e gli alberi segati dal tronco.

Per venerdì 15 ottobre alle 11 le associazioni Arci Sicilia e I siciliani giovani hanno indetto una conferenza stampa sul posto, dopo avere denunciato pubblicamente l'occupazione durante l'iniziativa Le scarpe dell'antimafia. Nel frattempo, nei confronti di Lanzarotti, procede il commissariato di Acireale. L'uomo, adesso, rischia una nuova denuncia.

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