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Abusi su pazienti Rsa. Arrestati gli Oss, licenziati i colleghi: “Sapevano ma non hanno denunciato”

Alcuni dipendenti della cooperativa Santa Chiara di Manfredonia sono stati licenziati per giusta causa: sapevano degli abusi commessi da alcuni colleghi sugli ospiti, ma non hanno mai denunciato.
A cura di Davide Falcioni
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Sapevano delle violenze perpetrate sugli ospiti della Rsa, ma hanno preferito tacere e non denunciare. Per questa ragione la cooperativa Santa Chiara – società che gestisce la Rsa Stella Maris di Manfredonia dove nell'agosto scorso sono stati arrestati quattro dipendenti per gli abusi commessi su 14 pazienti – ha deciso di licenziare quelle persone al termine di un'indagine interna condotta negli ultimi mesi e basata anche sulle risultanze dell'attività investigativa della Questura di Foggia e sui provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria.

Tali approfondimenti hanno "consentito di accertare che altri dipendenti della società, pur non direttamente coinvolti nelle azioni delittuose, ne erano a conoscenza, omettendo però di informare la società (che diversamente avrebbe preso immediati provvedimenti a tutela dei propri ospiti). La conseguenza di tale accertamento è stato il licenziamento per giusta causa di tutti questi dipendenti".

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Nei giorni scorsi era stata ottenuta dalla Procura di Foggia la misura più severa del carcere per tre dei quattro operatori socio-sanitari arrestati la scorsa estate.

Secondo la cooperativa Santa Chiara, "nel corso di numerose conferenze stampa (e dirette social) e poi in sede giudiziaria, gli ex dipendenti, assistiti mediaticamente da un’avvocata locale e poi giudiziariamente da altri professionisti", avrebbero, "falsamente affermato che la società fosse consapevole di tali illeciti, definendo ‘ritorsivo' il licenziamento e hanno ipotizzato, da parte della società, l’utilizzo di atti asseritamente coperti da ‘segreto istruttorio'".

La società sostiene invece di non aver mai saputo delle violenze a causa delle omissioni di svariati dipendenti. Alcuni, secondo il giudice, sono invece stati "inerti spettatori dei gravissimi fatti materialmente messi in essere dai colleghi di lavoro in danno di soggetti in condizione di minorata difesa". Un comportamento gravissimo che renderebbe legittimo il licenziamento di alcuni lavoratori e lavoratrici: "Stando così le cose, la violazione – consapevole e sistematica – dell’obbligo di garanzia è mancanza gravissima, correttamente valorizzata quale dal datore di lavoro, anche (ma non solo) per il clamore mediatico che la vicenda ha avuto e che indubbiamente ha coinvolto la attività di accoglienza gestita dalla Cooperativa, togliendole credibilità. Proprio la disposizione del Ccnl richiamata in ricorso espressamente sanziona con il licenziamento “'la grave negligenza nell’esecuzione dei lavori o di ordini che implichino pregiudizio all’incolumità delle persone'. Sicché, vuoi per espressa disposizione contrattuale, vuoi in applicazione della clausola generale, la misura espulsiva è stata pienamente legittima".

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