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“Abbiamo ucciso un crociato italiano” l’annuncio dell’Isis con la foto di Lorenzo Orsetti

Lorenzo Orsetti, fiorentino di 33 anni, da tempo aveva deciso di sostenere i curdi combattendo in prima persona in Siria tra le milizie delle Unità di protezione dei popoli (Ypg). Online sono comparse la tessera sanitaria e la carta di credito del nostro connazionale insieme ad alcune foto di un uomo ucciso.
A cura di Antonio Palma
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"Abbiamo ucciso un crociato italiano", così attraverso la sua agenzia di stampa “Amaq”,  lo Stato Islamico ha annunciato oggi che tra le vittime dei uno dei sanguinosi scontri che sono in corso in Siria ci sarebbe anche un combattente italiano aggregato alle truppe curde. Si tratterebbe di Lorenzo Orsetti i cui documenti sono stati pubblicati su alcuni account Telegram legati al Califfato islamico. Orsetti sarebbe rimasto ucciso in un attacco condotto dallo Stato islamico a Baghuz, ultima roccaforte del'Isis in Siria, dove da giorni imperversa la battaglia. I jihadisti hanno rivendicato un attacco in cui avrebbero perso la vita cinque militanti curdi delle Unità di protezione dei popoli (Ypg),impegnati nell’offensiva nell’est della Siria con le Forze siriane democratiche (Fds) appoggiata dalla coalizione a guida statunitense.

Online sono comparse la tessera sanitaria e la carta di credito del nostro connazionale insieme ad alcune foto di un uomo ucciso ma al momento ovviamente non ci possono essere conferme certe sulla sua sorte.  "Nelle ultime ore c'è stato un assalto e alcuni combattenti sono stati uccisi. Ma non siamo ancora certi che sia lui", ha spiegato un portavoce delle milizie curde. Lorenzo Orsetti, fiorentino di 33 anni da tempo aveva deciso di sostenere i curdi combattendo in prima persona col nome di battaglia Tekoşer. "Mi sono avvicinato alla causa curda perché mi convincevano gli ideali che la ispirano, vogliono costruire una società più giusta più equa" aveva spiegato in una intervista rilasciata un anno fa, aggiungendo: "L’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e, naturalmente, la democrazia. Per questi ideali sarei stato pronto a combattere anche altrove, in altri contesti. Poi è scoppiato il caos a Afrin e ho deciso di venire qui per aiutare la popolazione civile a difendersi".

Nella zona dove è avvenuto l'attacco rivendicato dall'Isis da giorni si sta combattendo una battaglia senza quartiere tra le ultime forze organizzate dello stato islamico e la coalizione siriana appoggiata dall'occidente. Baghuz infatti è diventato l'ultima baluardo dei jihadisti che lì si sono rintanati con le loro famiglie pronti a combattere strada per strada e per ogni centimetro di terra. Negli ultimi mesi la coalizione, anche grazie agli attacchi aerei statunitensi, ha progressivamente ricacciato verso sud i miliziani dell’ISIS che si sono rifugiati lungo le rive del fiume Eufrate e sulle colline ma i combattimenti vanno avanti tra imboscate, azioni di guerriglia e ordigni improvvisati che stano rendendo la battaglia molto più lunga del previsto.

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