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A Vicenza una famiglia di falsi invalidi: padre, madre e figlia prendevano la pensione dal 2015

La guardia di Finanza di Vicenza ha sequestrato denaro e un immobile nella disponibilità di 3 falsi invalidi, tutti della stessa famiglia, accusati di truffa aggravata. Gli indagati hanno percepito dal 2015 pensioni di invalidità a fronte di patologie gravemente invalidanti: cecità assoluta, cardiopatia e menomazioni mentali.
A cura di Susanna Picone
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Tre persone appartenenti allo stesso nucleo familiare denunciate per truffa aggravata. I tre –  si tratta di B.J., 66 anni, R.J. di 40 e M.J, 69enne, genitori e figlia stranieri – percepivano dal 2015 pensioni di invalidità. La Guardia di finanza di Vicenza ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale berico, cautelando somme di denaro e un bene immobile nella disponibilità della famiglia. Gli accertamenti hanno riguardato la percezione da parte dei tre di pensioni di invalidità civile erogate dall'Inps e di altri emolumenti elargiti da altri enti pubblici, a fronte di patologie gravemente invalidanti, ovvero cecità assoluta, cardiopatia e menomazioni mentali. Patologie che impedivano, almeno all'apparenza, lo svolgimento di qualsiasi lavoro da parte dei tre indagati.

Padre, madre e figlia non avevano patologie invalidanti – Nel corso delle indagini sono stati effettuati pedinamenti, sopralluoghi, e sono state acquisite informazioni e atti presso pubblici uffici, per ricostruire l'effettivo stile di vita tenuto dai tre soggetti. Sono state inoltre acquisite e analizzate da personale medico specializzato le cartelle cliniche e altra documentazione sanitaria riferita ai tre. Gli esiti di questi accertamenti, condotti mediante il supporto specialistico, hanno messo di evidenza l'incoerenza tra le patologie che lamentavano i tre indagati e il loro quotidiano stile di vita, permettendo di accertare che le somme corrisposte per l'invalidità patita da ciascuno erano da considerarsi percepite illegittimamente. È insomma emerso che padre, madre e figlia non avevano alcuna patologia invalidante. L’autorità giudiziaria berica ha quindi emesso un decreto di sequestro preventivo che ha investito i conti correnti riconducibili agli indagati e quote di immobili di proprietà degli stessi per un ammontare pari a oltre 90.000 euro.

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