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A Campobello 18enne stuprata dagli amici, il sindaco: “Basta linciaggio famiglia dopo parole papà”

Giuseppe Castiglione, sindaco di Campobello di Mazara, interviene sulla vicenda dello stupro subito da una ragazza di 18 anni del suo paese da parte di quattro amici, che in un primo momento sarebbero stati difesi dal papà di lei: “Buttare nella mischia i familiari, facendoli passare come favoreggiatori degli stupratori, è ignobile, e intendo difendere la mia comunità da questa aggressione che sta finendo per alimentare l’odio sociale nei confronti di una famiglia che ha già subito tanto”.
A cura di Ida Artiaco
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"Buttare nella mischia i familiari, facendoli passare come favoreggiatori degli stupratori, è ignobile, e intendo difendere la mia comunità da questa aggressione che sta finendo per alimentare l'odio sociale nei confronti di una famiglia che ha già subito tanto". Comincia così il lungo sfogo di Giuseppe Castiglione, sindaco di Campobello di Mazara, in Sicilia, dove nei giorni scorsi una 18enne è stata violentata da un gruppo di amici, a loro volta difesi dal padre della vittima. L'uomo aveva sostenuto che "la figlia era ubriaca e che quelli sono bravi ragazzi, che lui conosce personalmente", prima di ritornare sui suoi passi.

Dichiarazioni che hanno fatto scoppiare le polemiche nella piccola comunità di Campobello di Mazara. Da qui l'intervento del primo cittadino che ha sottolineato all'Agi: "Qui si sta facendo un processo di massa, che sicuramente porta nocumento alla comunità. La magistratura sta già valutando ogni aspetto e nel caso di specie si è dovuto perfino scomodare il Procuratore di Marsala per chiarire un aspetto che non era necessario neppure riportare, perchè riportare notizie che possono indurre ad una valutazione sbagliata non fa onore a chi fa il mestiere con ponderatezza". Il riferimento è al fatto che ieri il procuratore capo di Marsala, Vincenzo Pantaleo, aveva chiarito che "dopo un iniziale momento di incredulità dovuto all’estrema gravità del fatto denunciato, il genitore della persona offesa si è mostrato solidale nei confronti della figlia e ha collaborato con gli inquirenti ai fini dell’accertamento della verità". Davanti al piantone, si legge nell'ordinanza del gip Riccardo Alcamo, il padre aveva riferito "che gli stessi fossero ‘bravi ragazzi' e che le ferite alle braccia subite dalla figlia sarebbero state procurate dal tentativo dei ragazzi di riportarla a casa". Quando l'uomo è stato interrogato dai carabinieri titolari dell'indagine, ha ricostruito l'intera vicenda senza alcuna remora. Altrettanto ha fatto il fratello della ragazza.

Intanto, sono fissati per domani gli interrogatori di garanzia dei quattro ragazzi coinvolti nella vicenda, oltre ad un minorenne per cui i magistrati stanno procedendo separatamente. "Sono costernato di tutto quello che sta accadendo, sia sui social che sulla stampa – ha concluso il sindaco Castiglione -, la famiglia è vicina alla ragazza che in questi giorni sta subendo un'ulteriore violenza per tutto ciò che sta accadendo e non è giusto per una 18enne, vittima di un ulteriore linciaggio".

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