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Amnesty: “In Yemen l’Arabia saudita usa le bombe occidentali per colpire le scuole”

L’associazione ha analizzato cinque attacchi tra agosto e ottobre 2015. Amnesty si è appellata a tutti gli stati che forniscono armi all’Arabia Saudita, compresa l’Italia, affinché sospendano i trasferimenti.
A cura di Claudia Torrisi
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La coalizione guidata dall'Arabia Saudita in Yemen ha effettuato una serie di attacchi aerei contro scuole ancora in funzione in Yemen, violando il diritto internazionale umanitario e pregiudicando l'accesso all'istruzione per migliaia di bambini. La denuncia arriva da Amnesty International, che ha ricordato che "gli eserciti della coalizione sono armati da stati occidentali". Tra questi paesi c'è anche l'Italia.

Nel rapporto "Our kids are bombed: Schools under attack in Yemen", l'associazione ha analizzato cinque attacchi aerei verificatisi tra agosto e ottobre 2015, in cui sono morti cinque civili e feriti almeno quattordici, inclusi quattro bambini. Nonostante non ci fossero studenti presenti dentro le scuole durante gli attacchi, Amnesty denuncia che questi hanno creato seri danni che avranno conseguenze di lungo periodo, interrompendo bruscamente la frequenza scolastica di 6500 bambine e bambini nelle scuole dei governatorati di Hajjah, Hodeidah e Sana’a. In alcuni casi, quelle scuole erano le uniche della zona. Secondo Lama Fakih, alta consulente per le crisi di Amnesty International, tornata solo recentemente dallo Yemen, "la coalizione guidata dall'Arabia Saudita ha compiuto una serie di attacchi illegali contro scuole usate per fini educativi, non certo militari, violando le leggi di guerra". Le scuole, ha proseguito Fakih, "sono centrali per la vita dei civili, significano uno spazio sicuro per i bambini. I giovani studenti dello Yemen sono costretti a pagare il prezzo di questi attacchi". Secondo l'Unicef, almeno il 34% dei bambini del paese non va più a scuola da marzo, quando sono partiti i primi raid. Più di 1000 scuole risultano fuori uso: 254 completamente distrutte, 608 danneggiate e 421 vengono usate come rifugi per i civili sfollati.

In alcuni casi, si legge nel rapporto, le scuole sono state colpite più volte, dimostrando che gli attacchi erano mirati. E colpire deliberatamente scuole che non sono obiettivi militari, civili che non c'entrano nulla con il conflitto "è un crimine di guerra", ha sottolineato Fakih. In nessuno dei cinque attacchi su cui ha indagato Amnesty è emersa alcuna prova che gli istituti venissero usate per fini militari. Prima che venissero bombardate erano circolate delle voci in merito. Poi gli istituti sono stati controllati, senza esito. Nell’ottobre 2015 l’Istituto per la scienza e la fede di Beni Hushayash, unica scuola nel villaggio, frequentata da 1200 studenti, è stato attaccato per quattro volte nel giro di poche settimane. Il terzo attacco ha provocato tre morti e oltre dieci feriti. L’Istituto Kheir del villaggio di Hadhran, invece, ha subito diversi attacchi che lo hanno reso inagibile. Amnesty chiede "che gli attacchi denunciati nel rapporto vengano sottoposti a indagini indipendenti e imparziali e che i responsabili siano chiamati a risponderne" e che la coalizione a guida saudita fornisca "piena riparazione alle vittime di questi attacchi illegali e ai loro familiari".

Proprio la mancanza di indagini da parte delle forze della coalizione o dei paesi che forniscono armi e supporto, "lascia trapelare un’agghiacciante indifferenza per le conseguenze devastanti che questa guerra sta arrecando alla popolazione civile dello Yemen", ha commentato Fakih. Nel rapporto di Amnesy si evidenzia la necessità che tutti gli stati che supportano la coalizione saudita fornendo armi – tra cui Usa, Regno Unito e Italia – "sospendano tutti i trasferimenti di armi che vengono usate per compiere violazioni del diritto internazionale umanitario". In particolare, per l'associazione "dovrebbero essere sospesi i trasferimenti di bombe, aerei da combattimento, elicotteri da combattimento e le loro parti e componenti". Il fatto che questi paesi continuino ad autorizzare trasferimenti di armi ai paesi membri della coalizion, nonostante le prove che questi violino il diritto internazionale umanitario "è semplicemente spaventoso", secondo Fakih: "Questi trasferimenti devono essere sospesi immediatamente. Gli stati che hanno fornito armi alla coalizione a guida saudita dovrebbero inoltre usare la loro influenza per far sì che i paesi che ne fanno parte agiscano nel rispetto dei loro obblighi internazionali e indaghino sulle violazioni del diritto internazionale umanitario".

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