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Ambrosoli promette: “Se eletto dimezzo gli stipendi a consiglieri e assessori”

Il candidato del centrosinistra alla guida della Regione Lombardia lancia proposte drastiche per tagliare i costi della politica: tetto di stipendio di 3500 euro per i consiglieri, 4500 per gli assessori e 5000 per il presidente.
A cura di Davide Falcioni
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Intervistato da Repubblica, il candidato presidente della regione Lombardia Umberto Ambrosoli ha chiarito cosa intende realizzare qualora verrà eletto, partendo proprio dall'enorme forbice di privilegi tra rappresentanti e rappresentati: "Le famiglie che vivono una crisi drammatica hanno di fronte una classe dirigente che, troppo spesso, ha dimostrato di preferire il proprio interesse al bene comune. È ora di invertire decisamente la rotta. Voglio tagliare i costi della politica, partendo partire proprio da quanto percepiscono il presidente, gli assessori e i consiglieri. Parlo di numeri certi: il mio obiettivo è di dimezzare le cifre fissate di recente dalla conferenza Stato-Regioni per le indennità degli amministratori. Massimo 3.500 euro netti al mese per i consiglieri, 4.500 euro per gli assessori, non più di 5mila euro per il presidente".

Il candidato presidente ha poi chiarito che a queste somme non andranno sommati altri rimborsi. "I candidati della mia lista civica si sono già impegnati, se eletti, a rinunciare ai rimborsi. E un'altra delle proposte che ho annunciato è di cambiare radicalmente il sistema delle spese di rappresentanza: niente più rimborsi a piè di lista in cui infilare le cartucce per la caccia, ma sarà la Regione a fornire direttamente i servizi necessari ai consiglieri. Ovvio che, in questo modo, chi se ne è approfittato in passato ci penserà mille volte prima di riprovarci". Ma non è tutto: l'abbattimento dei costi della politica per Ambrosoli significa anche ridurre drasticamente il numero di società partecipate della Regione, finora "plasmato più sull'esigenza di trovare poltrone per gli amici che per sulle esigenze dei cittadini. Ridurremo il numero di consiglieri nei cda, passando, dove possibile, all'amministratore unico ed evitando che cumuli di incarichi corrispondano a cumuli di retribuzioni. Si può fare, Pisapia lo sta facendo a Milano".

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