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Alfano: “I comuni facciano lavorare gratis i migranti invece di tenerli a far niente”

La proposta del Ministro dell’interno dopo le polemiche con le amministrazioni locali sulla collocazione dei migranti.
A cura di Antonio Palma
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Invece di tenerli lì a far niente è meglio far lavorare gratis i migranti che arrivano nel nostro Paese, è la proposta lanciata oggi dal Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, al termine della Conferenza Unificata al Viminale e destinata far discutere. "Dobbiamo chiedere ai Comuni di applicare una nostra circolare che permette di far lavorare gratis i migranti" ha dichiarato infatti il Ministro, aggiungendo: "Invece di farli stare lì a non far nulla che li facciano lavorare". Il riferimento è ad una circolare del Viminale che rende possibile il lavoro volontario per gli immigrati richiedenti asilo ospitati nei vari centri di accoglienza lungo tutto il territorio italiano. La misura era stata pensata per evitare le difficili situazioni che si vengono a creare con l'inattività forzata durante il periodo di permanenza dei migranti richiedenti asilo o in attesa del ricorso contro il rifiuto dello status di rifugiato. L'attività ad ogni modo deve essere volontaria, gratuita e di utilità sociale e adatta all'integrazione del rifugiato nel tessuto sociale italiano.

La proposta di Alfano arriva in un momento di forte attrito tra governo e centrale e amministrazioni locali proprio sulla collocazione dei migranti nelle varie regioni del Paese in attesa degli accertamenti a loro carico e delle pratiche necessarie per stabilire il loro status. "Credo che un criterio di giustizia debba valere per tutti: sia per i Paesi d'Europa, sia per le Regioni d'Italia" ha proseguito poi Alfano rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano che cosa obietterà alle Regioni che non vogliono ulteriori arrivi di profughi e immigrati. "Dobbiamo poi lavorare in Europa, per la protezione umanitaria: è una sfida che consentirebbe di fare andare negli altri Paesi europei coloro che sono beneficiari di protezione umanitaria" ha spiegato il Ministro, concludendo: "Serve un'equa distribuzione tra tutti i Paesi dell'Europa e tra tutti i paesi dell'Italia: mi sembrano due principi sui quali nessuno possa essere contrario".

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