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“Vivo in auto davanti alla scuola per aspettare mia figlia che non cammina più”

La storia di Claudia, adolescente con una malattia rara, e di suo padre Gaetano, meccanico, che è stato costretto a lasciare il lavoro per stare sempre insieme a lei.
A cura di B. C.
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immagine di repertorio
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E’ stato costretto ad abbandonare il suo lavoro per potere stare vicino alla figlia, Claudia, colpita da una patologia sconosciuta e passa le sue mattinate in macchina, dinanzi alla scuola per essere pronto ad intervenire nel caso la giovane avesse bisogno di aiuto. Sta commuovendo tutta Italia la storia di Gaetano Digregorio, cittadino di Santeramo in Colle, nel Barese. Prima che la figlia si ammalasse, faceva il meccanico; oramai lavora solo d’estate quando sua moglie, che fa l’insegnate, è a casa e può occuparsi della figlia. Fino a due anni fa Claudia era una ragazzina che respirava, camminava e giocava, come ogni altra bambina. Ma il giorno degli esami di scuola media ha avuto una forte crisi respiratoria, per due settimane non si è risvegliata. La sua è un malattia senza nome. “Non so neanche contro chi bestemmiare” racconta il signor Digregorio a Repubblica.

La ragazzina soffre di una patologia degenerativa, da un anno vive su una sedia a rotelle e respira grazie ad una valvola tracheotomica. “Siamo stati a Milano, Roma, Pisa. Niente, le analisi sono tutte a posto, eppure… Ci hanno detto: è sicuramente Sla. E invece, no. Poi: è Duchenne. Ma anche lì, negativa. La diagnosi non è una diagnosi. Sappiamo soltanto che è degenerativa, che andrà sempre peggio. Eppure da qualche settimana va meglio” afferma Gaetano. La sua vita ormai è cambiata: ora tutti i giorni, dalle 8 alle 13.30, resta in auto (una jeep bianca) nel cortile della scuola che frequenta Claudia pur di starle vicino. “Lei – afferma ancora Digregorio su Repubblica – è lì dentro che studia, fa quello che devono fare le ragazzine della sua età. E io l'aspetto qui fuori. Se ha bisogno di qualcosa ci sono». «Mi chiedono: come faccio? Perché lo faccio? Ci ho pensato. E ho trovato una risposta soltanto: non c'è nessun altro posto al mondo in cui dovrei stare, se non qui”.

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