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Sergio Puglia (M5S): “Vi spiego perché con la stepchild adoption non voterò ddl Cirinnà”

Il campano Puglia è il parlamentare pentastellato che ha rotto il fronte dei favorevoli alla legge nel Movimento. “Ho seguito la mia coscienza, non ho alcun obbligo di votare come vuole la maggioranza.”
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“Ho seguito la mia coscienza. Davanti alla coscienza non esiste alcun obbligo di votare come vuole la maggioranza.” Sergio Puglia, 43 anni, campano, cattolico, cresciuto in parrocchia, è il senatore che ha rotto il fronte del sì al ddl Cirinnà all’interno del Movimento Cinque Stelle. Nel corso delle assemblee ha più volte detto che non avrebbe votato la a favore della stepchild adoption, al punto da costringere Beppe Grillo a decidere d’imperio di lasciare libertà di coscienza sulla materia ai parlamentari pur di evitare nuovi, clamorosi strappi.

Senatore, qual è la sua posizione sul ddl Cirinnà?

Bisogna assolutamente separare il tema delle unioni civili da quello delle adozioni. Non dobbiamo prendere in giro nessuno: tutti parlano solo della stepchild adoption e citano casi particolari, che vanno compresi ed accolti, perché non consentono alle persone di trovare pace. Però, la stepchild adoption può aprire nuovi scenari a cui sono contrario.

Fa riferimento all’utero in affitto?

E’ uno strumento rispetto al quale io sono del tutto contrario. Il mio no è netto. Con l’attuale formulazione dell’articolo 5 del Cirinnà si aprirebbe un mare che non riusciremmo a contenere. Per mettere il piede sull’acceleratore, c’è chi minimizza la questione dicendo che già oggi sono soprattutto gli eterosessuali ad utilizzare uteri in affitto all’estero, ma questa non è una buona motivazione per consentirlo. E’ un tema delicatissimo e, d’altra parte, credo che l’emendamento presentato dai cattolici del Partito Democratico per punire chi acquista gli uteri all’estero sia un “pezzotto” come si dice a Napoli, una proposta inapplicabile che serve solo a gettare il fumo negli occhi. Ma veramente qualcuno crede che si possa bloccare chi va all’estero per qualche mese, riconosce un bambino come suo e lo porta in Italia? Poi che si fa? Lo si arresta appena mette piede in un aeroporto del nostro Paese? Bisogna trovare altre soluzioni.

Lei cosa propone?

Innanzitutto, il tema delle adozioni va messo da parte. Poi, dobbiamo aprire un grande dibattito nel Paese, fare in modo che siano gli italiani ad indicarci la strada. Mi auguro che in tanti si iscrivano al blog di Beppe Grillo per dire la loro sul tema. E’ necessario aprire un’ampia consultazione che duri dei mesi. Dobbiamo ascoltare tutte le posizioni, studiare dati e ricerche ufficiali. Come può, altrimenti, il Parlamento decidere in autonomia su un tema così importante?

Lei ritiene che anche in futuro sarà lasciata da Beppe Grillo la massima libertà sui temi etici mettendo da parte la volontà della maggioranza?

Più che di temi etici, io parlerei di questioni che interrogano nel profondo i singoli. Su questi non c’è volere della maggioranza che tenga, è giusto che ognuno si esprima liberamente. D’altra parte, è la prima volta da quando siamo stati eletti che affrontiamo un tema così delicato.

 Lei ha fatto subito presente ai suoi colleghi di gruppo che non avrebbe votato il ddl Cirinnà secondo l’attuale formulazione?

Quando sul blog fu chiesto agli iscritti cosa ne pensavano delle unioni civili ci fu un’ampia maggioranza a favore, 21mila dissero di sì, 4mila no. Tuttavia, il quesito non accennava al tema delle adozioni e per questo ho richiesto che si lasciasse libertà di voto. L’ho detto chiaramente nell’assemblea dei senatori: se ritenete che io vada espulso, non vi serbo rancore. Anzi, se mi espellete, io poi mi dimetto dal Senato, perché è giusto lasciare spazio ad altri. Mettete ai voti cosa volete fare di me, io sono entrato nel Movimento Cinque Stelle in punta di piedi e sono pronto ad uscire in punta di piedi. Poi, invece, c’è stato il chiarimento di Beppe Grillo, che ha preso atto che nel Movimento c’è una diversità di opinioni e che è giusto lasciare libertà di voto.

Qual è stata la reazione degli altri senatori del Movimento?

Mi conoscono, sapevano perfettamente che su questo tema io avrei mantenuto la barra dritta. Nel Movimento c’è un grandissimo rispetto, spesso mi fanno parlare più degli altri proprio perché interessati a conoscere i miei punti di vista. Anzi, per fare una battuta, vorrei dire che i miei colleghi hanno accolto la mia diversità.

Lei è stato duramente attaccato, nelle scorse ore, dal sito web gay.it e sui social network si sono moltiplicati gli attacchi alla sua persona. Cosa ne pensa?

Un piccolo gruppo di lettori di quel sito è stato pesantemente critico nei miei confronti. Gli attacchi sono stati veramente brutti, ma ho deciso di sopportarli, di comprendere. D’altronde credo che mi stiano ripagando con la stessa moneta con cui troppe volte sono stati pagati anche loro a causa di un modo di fare diverso da quello della maggioranza.

Ci sono altri senatori del Movimento che voteranno contro l’articolo 5 del ddl Cirinnà, come lei?

Quello che può succedere con il voto segreto nessuno lo sa. Nell’assemblea dei senatori ci siamo espressi contro la stepchild adoption solo in due. Tuttavia, molti sono stati pressati da più parti per scrivere su Twitter post con l’hashtag #iovotosi e non so se per tutti si è trattato di decisioni prese in piena coscienza o a causa dello stress esterno del momento. In aula può accadere qualsiasi cosa, anche se io credo che, alla fine, l’articolo 5 sarà modificato e la legge passerà.

E se invece l’articolo sulla stepchild adoption restasse immutato, lei voterebbe la legge nel suo complesso?

Assolutamente no. Nel caso la stepchild adoption non venisse cancellata resta la linea data da Beppe Grillo sulla libertà di voto.

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