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Schiaffo al figlio, consigliere pugliese in manette a Stoccolma

Singolare vicenda capitata ad un consigliere comunale di Canosa mentre era in vacanza con la famiglia nei Paesi scandinavi. Quello che in Italia è un gesto abbastanza consueto, per le leggi Svedesi, molto dure in materia, è classificato come maltrattamento su minori.
A cura di Antonio Palma
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Rimprovera il figlio e va in carcere

Mazz’ e panelle fanno i figli belli, un detto popolare che al sud, si ascolta spesso se non dai genitori, almeno dai nonni, che esortano le giovani generazioni ad usare anche qualche punizione per crescere i bambini in modo più sano. Niente di più lontano dalla cultura scandinava, dove anche dare un solo uno schiaffo al proprio figlio equivale a maltrattarlo. A venire a conoscenza di questa ferrea legge è stato Giovanni Colasante, consigliere comunale di Canosa di Puglia, in provincia di Bari, che il 23 agosto è stato arrestato nella capitale svedese con l'accusa di aver picchiato il figlio di 12 anni.

L'uomo era in strada con la famiglia e altri amici, dovevano entrare in un ristorante, ma il figlio ha iniziato a fare capricci, a quel punto è intervenuto il padre, che secondo la Polizia locale ha schiaffeggiato il figlio, secondo il legale della famiglia, invece, ha solo rimproverato il bambino “magari gesticolando”. Resta il fatto che la vacanza della famiglia si è trasformata in un incubo, la Polizia, avvisata da alcuni passanti di quanto stava accadendo, ha arrestato l’uomo che è dovuto rimanere in prigione per tre giorni.

Scarcerato venerdì, ora Colasante si trova all’ambasciata italiana a Stoccolma, insieme alla moglie, e ha l’obbligo di firma ogni tre giorni mentre è in attesa della sentenza definitiva, prevista per il 6 settembre. La famiglia ha cercato di non diffondere la notizia e non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione, anche per evitare ulteriori malintesi con le autorità svedesi.  Sperano solo che la decisone del giudice tenga conto della diversa cultura italiana e dia un’interpretazione meno rigida possibile della legge. L’avvocato dell’uomo, invece, ha rilasciato dichiarazioni, in cui si è detto fiducioso anche perché afferma che non c’è stata alcuna violenza, ma solo un malinteso dovuto anche alla mancanza di conoscenza della lingua, “tutto questo, avendo anche sentito i testimoni italiani dell'accaduto, sembra davvero assurdo, esagerato” ha aggiunto l’uomo.

Colasante è seguito comunque da un avvocato del luogo proprio per la diversità del sistema giudiziario. Vicenda inconcepibile non solo per il resto della comitiva che si è detta incredula, ma anche per lo stesso avvocato italiano, che da un lato ammette che “in Svezia vige un sistema diverso dal nostro”, dall’altro non si capacita di come “ un rimprovero veemente verso un figlio” possa avere simili conseguenze, “ non è commisurato al reato o al gesto infliggere tre giorni di carcere ad un padre per aver rimproverato il figlio, in Italia non sarebbe mai avvenuto” ha sentenziato.

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