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Premio Italo Calvino: vincono ex aequo Elisabetta Pierini e Cesare Sinatti

Sono appena stati annunciati i vincitori della XXIX edizione del Premio Italo Calvino, l’importante concorso letterario per scrittori esordienti: un ex aequo che premia Elisabetta Pierini per “L’interruttore dei sogni” e Cesare Sinatti per “La Splendente”. Segnalazioni speciali quest’anno da parte della giuria, per un’edizione all’insegna dei giovanissimi e di temi importanti e scottanti, come il lavoro e la pedofilia.
A cura di Federica D'Alfonso
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Sono stati annunciati questo pomeriggio, presso il Circolo dei Lettori di Torino, i vincitori della XXIX edizione del Premio Italo Calvino: vincitori, al plurale, perché per il secondo anno di fila l’importante manifestazione letteraria si è conclusa con un ex aequo. Vincono a pari merito Elisabetta Pierini, con “L’interruttore dei sogni” e Cesare Sinatti con “La Splendente”.

Oltre 600 i manoscritti candidati quest’anno al concorso letterario per gli scrittori esordienti, che lo scorso anno ha visto trionfare con un altro ex aequo Valerio Callieri, con “Teorema dell’incompletezza”, ancora inedito, e Crisian Mannu con “Maria di Isili”, pubblicato nel 2015 per Giunti.

(@CircoloLettori su Twitter) L'annuncio dei vincitori del XXIX Premio Italo Calvino
(@CircoloLettori su Twitter) L'annuncio dei vincitori del XXIX Premio Italo Calvino

“Il Premio non ha voluto, consapevolmente, definire una propria linea critica, né privilegiare stili, forme e contenuti. L’interesse è unicamente per la qualità della scrittura e per l’emergere di nuove tendenze. La nostra ambizione è essere rabdomanti della qualità e del nuovo. Oltreché dell’autentico. Altra nostra ambizione è l’apertura verso ogni individuo scrivente, senza distinzioni di età, di sesso, di statuto sociale. E oggi, occorre aggiungere, di provenienza culturale e etnica. Questa ambizione, possiamo dire con orgoglio, si è pienamente realizzata”, si legge sul sito ufficiale del Premio Italo Calvino. Da un comunicato diffuso dalla Giuria del Premio invece, si apprendono le motivazioni della scelta dei vincitori:

"L’interruttore dei sogni" è una moderna favola realista, in cui le due diverse dimensioni sanno creare un equilibrio che ne rafforza le specificità. Della favola, il testo possiede la dolcezza e, insieme, l’aspra corrosività nei confronti dell’esistente. Del realismo, la sottile ricostruzione di un ambiente suburbano ormai universale. Il quadro senza remissione che ne emerge è reso con rara efficacia da una lingua attenta e precisa. "La splendente" dà corpo e voce, con una lingua essenziale e nitida, a una fitta galleria di protagonisti dell’epica omerica ed extraomerica. Ogni frammento di mito diviene qui narrazione sospesa tra quotidianità e stacco visionario, in cui la competenza dello studioso lascia spazio all’intensa e inedita rivisitazione di fatti legati alla bellezza e all’orrore, chiamandoli a confrontarsi con i traumi del nostro presente.

I nove finalisti

La giuria dell’edizione 2016,  composta da Paola Capriolo, Angelo Guglielmi, Niva Lorenzini, Christian Raimo e Filippo Tuena, ha scelto i due autori in una rosa di nove finalisti: oltre alla Pierini e a Sinatti, in lizza per il premio c’erano Adil Bellafqih con “Baratro”, Alessandro Calabrese con “T-Trinz” e Martina Renata Prosperi con “Branchia”, i quali, insieme al vincitore Cesare Sinatti, sono gli autori più giovani in assoluto del concorso: appena ventiquattro anni per loro. Tra i finalisti anche Claudia Cautillo con “Il fuoco nudo”, una storia dal sottofondo scottante, quello della pedofilia, e Giuseppe Imbrogno con “Il perturbante”. E poi ancora Eugenio Raspi, con “Inox” e Alessandro Pierozzi con “La serrata”: due lavori che hanno arricchito il concorso con temi caldi e di importante attualità, come la fabbrica e il lavoro. Raspi è un tecnico finito in esubero alla Acciai Speciali di Terni, mentre Pierozzi è un ex sindacalista della FIOM.

Due segnalazioni speciali, fuori concorso, quest’anno hanno arricchito ulteriormente la lista dei finalisti: il Comitato di lettura ha giudicato particolarmente interessanti “Miele”, opera scritta da un giovanissimo ragazzo classe 1999, Rocco Civitarese, e “E Italo Calvino vinse il suo premio”, di Giuseppe Antonietti, opera in cui con molta ironia si racconta di un Italo Calvino che vince il concorso con Marcovaldo.

Il Premio Italo Calvino negli anni

Il Premio è stato fondato a Torino nel 1985, poco dopo la morte di Italo Calvino, per iniziativa di alcune importanti personalità come Norberto Bobbio, Natalia Ginzburg, Lalla Romano, Cesare Segre e Massimo Mila, fra gli altri. Calvino, oltre ad essere uno degli scrittori più amati e apprezzati del Novecento, svolgeva anche un’importante lavoro editoriale per l’Einaudi: l’intenzione del Premio è proprio quella di riprenderne e raccoglierne il ruolo di talent-scout di nuovi. Da qui l’idea di rivolgersi agli scrittori esordienti e inediti, per i quali non è facile trovare il contatto con il pubblico e con le case editrici.

Una storia lunga ed importante, che negli anni ha contribuito non poco ad avvicinare gli scrittori al pubblico e a farli conoscere: dalla III edizione è uscita vincitrice Susanna Tamaro con “La Testa fra le Nuvole”, pubblicata da Marsilio nel 1989, mentre dall’VIII edizione Mario Giorgi, con “Codice”, pubblicato per Bollati Boringhieri nel 1994.

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