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Un solo mese di vacanza per gli studenti. Ma poi Monti si corregge: “Nessun taglio”

Il provvedimento è nella riforma del lavoro che il pool di giuslavoristi della lista del premier uscente sta mettendo nero su bianco. Contratti di lavoro più flessibili, riforma della rappresentanza sindacale e pugno duro sulla Pubblica Amministrazione.
A cura di Redazione
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Soffrono tutti, dagli operai ai liberi professionisti, ma ora ce n'è anche per gli scolari: un solo mese di chiusura estiva delle scuole col nobile obiettivo però di aiutare le famiglie con genitori che lavorano. È uno degli elementi contenuti nella bozza che il gruppo di studio di Mario Monti sta mettendo nero su bianco nella bozza di riforma del mercato del lavoro che verrà proposta dalla lista del premier uscente. La questione scuola fa esplodere la rabbia di studenti ma anche degli insegnanti: una vera e propria rivoluzione culturale che al momento è stata percepita come "irricevibile" da molti partiti ovviamente da associazioni studentesche e sindacati degli insegnanti.

Poche ore di polemica poi arriva il parziale dietrofront: "la riforma sarà presentata nei prossimi giorni e non conterrà alcun taglio delle vacanze scolastiche" dicono da "Scelta Civica". "Non è quel che serve alla scuola – attaccano il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna e, dalla Cisl, il segretario generale del comparto Francesco Scrima.

[quote|left]|Pugno duro sulla Pubblica Amministrazione: via chi non raggiunge i risultati prefissi.[/quote]Sul fronte del mercato lavorativo via alla "flexsecurity" ovvero contratti di lavoro ancora più flessibili, puntando molto sulle deroghe contrattuali, associati a misure per agevolare l'occupazione di giovani e donne. Nella bozza in discussione si parla anche di riformare la rappresentanza sindacale ma si chiarisce che "al sindacato minoritario, al di sopra della soglia minima prevista dall'accordo interconfederale, deve essere garantita la rappresentanza in azienda anche se non firma l'accordo". Una precisazione che fa pensare alla questione scoppiata tra la Fiat e la Fiom. Nella Pubblica Amministrazione scatta il giro di vite sui risultati. Sarà tutto vincolato al raggiungimento di determinati target: "A quelli che, pur in presenza di adeguati poteri, mancheranno l'obiettivo in misura grave dovrà essere revocato l'incarico dirigenziale": questa è la proposta al momento allo studio.

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