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Migranti: Macedonia, Slovenia, Croazia e Serbia chiudono la rotta balcanica

Dopo la chiusura alle frontiere che di fatto ha sigillato la rotta balcanica, migliaia di profughi rimangono bloccati in Grecia. Tusk: “Non si tratta di azioni unilaterali, ma di una decisione comune ai 28 Paesi dell’Unione europea”.
A cura di Antonio Palma
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Nonostante settimane di trattative e vertici a livello europeo dopo le prime chiusure delle frontiere, per i migranti di fatto oggi si chiude definitivamente la cosiddetta rotta balcanica. Slovenia, Croazia, Serbia e Macedonia infatti da oggi hanno cominciato ad applicare le misure ampiamente annunciate bloccando completante l'accesso ai rifugiati in arrivo. I primi a decidere lo stop sono stati Slovenia, Croazia e Serbia, tre dei Paesi che avevano partecipato al contestato vertice di Vienna con l'Austria proprio per decidere autonomamente un blocco ai migranti in arrivo dalla Grecia diretti vero il nord Europa. "A partire dalla mezzanotte non esiste più come finora la migrazione attraverso la rotta dei Balcani", ha dichiarato il ministero dell'Interno sloveno.

Di conseguenza subito dopo anche la Macedonia ha deciso di fare altrettanto non accettando più profughi nel centro di accoglienza di Gevgelija e spiegando che altrimenti miglia di migranti sarebbero rimasti bloccati sul suo territorio. Dalla mezzanotte quindi le autorità macedoni hanno applicato un blocco ferreo alò confine e nessun migrante è entrato nel Paese dalla Grecia. Una decisione che rischia di inasprire le tensioni nel campo profughi di Idomeni, sul confine, dopo gli scontri dei giorni passati per passare. Nel campo, in condizioni igieniche pessime, sono quasi 15 mila i migranti bloccati da settimane. Intanto anche l'Ungheria, preoccupata per un possibile cambio di rotta dei disperati che cercano di entrare in Ue, ha annunciato il rafforzamento dei controlli al confine con la Romania con più agenti e militari.

La chiusura totale della cosiddetta rotta balcanica però al momento non sembra preoccupare l'Unione Europea. A spiegarne il motivo è stato il presidente del consiglio europeo Donald Tusk. "Il flusso irregolare di migranti lungo la rotta dei Balcani occidentali è finito. Non è una questione di azioni unilaterali, ma una decisione comune a 28" ha spiegato infatti Tusk facendo riferimento all’intesa con la Turchia raggiunta lunedì notte a Bruxelles . "Ringrazio i Paesi dei Balcani occidentali per l'attuazione di parte della strategia globale europea per gestire la crisi dei migranti" ha concluso Tusk.

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