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Migranti, a Bruxelles vertice UE-Turchia. Ankara vuole più soldi per affrontare crisi

Tra le misure principali del vertice di oggi il “contenimento” dei profughi e l’accelerazione del processo di adesione all’Unione in cambio dell’impegno di Ankara. Ma per il premier turco Davutoglu i tre miliardi già promessi non bastano. Renzi: “Riferimento alla libertà di stampa nel documento finale o non firmo”.
A cura di Biagio Chiariello
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UPDATE 22.00 – Renzi: "Libertà di stampa in Turchia o non firmo". "Voglio un riferimento alla libertà di stampa nel documento finale, altrimenti non firmo", è quanto avrebbe chiesto il nostro Premier Renzi durante il vertice Ue-Turchia sul caso migranti in corso a Bruxelles. Secondo quanto riferiscono fonti europee, il Presidente del Consiglio avrebbe chiesto che nel testo dell'eventuale accordo finale con la Turchia ci sia "un riferimento alla libertà di stampa" nel Paese assicurando che in caso contrario l'Italia è pronta a mettere il veto sull'intesa. La presa di posizione del nostro Premier sarebbe arriva dopo la richiesta al rialzo di Ankara che per firmare avrebbe chiesto addirittura un raddoppio dei fondi inizialmente previsti, vale a dire altri tre miliardi di euro, più una accelerazione del processo di ingresso nell'Ue da parte della Turchia.

UPDATE – ORE 15.30 – La Turchia chiede ulteriori fondi per l'emergenza migranti – Non sarebbero sufficienti i tre miliardi per il "contenimento" dei profughi: Ankara ne vuole di più. E' quanto scrive il Financial Times in merito al vertice straordinario in corso a Bruxelles sulla crisi dei profughi. Ankara starebbe avanzando richieste politiche e ulteriori finanziamenti, oltre quelle già previste. E nel frattempo, i Paesi direttamente coinvolti dai flussi migratori non sembrano intenzionati ad intenerire la propria posizione sulla questione: "Sono favorevole a dire parole chiare: chiuderemo tutte le rotte, anche quella Balcanica" ha detto il cancelliere austriaco Werner Faymann, al suo arrivo a Bruxelles.  "Non ci possono essere discussioni su reinsediamenti diretti dalla Turchia all'Europa, sicuramente non in Ungheria, perché non c'è possibilità che il governo ungherese faccia alcun tipo di concessione". Così il premier ungherese Viktor Orban spiegando di considerare come "il reinsediamento in Europa sia un errore: se prendiamo i migranti direttamente da Grecia o Turchia è un invito alle danze. Si getta benzina sul fuoco. Poi ne verranno anche di più".

Il tema dei migranti torna nel vivo nel giorno in cui si tiene un importantissimo vertice UE-Turchia a Bruxelles. L’obiettivo è concordare una strategia comune per la gestione della crisi e, in particolare, un rinnovato impegno di Ankara per il contenimento dei flussi di profughi siriani che, attraverso il suo territorio, stanno raggiungendo la Grecia e lungo la rotta balcanica anche i Paesi del Nord Europa, tanto che  molte nazioni hanno attuato misure isolate alle frontiere. Sul tavolo del Consiglio Europeo anche la roadmap per arrivare al salvataggio di Schengen. "E' il secondo vertice in pochi mesi, e questo mostra quanto la Turchia sia indispensabile per l'Ue e quanto l'Ue lo sia per la Turchia – ha premesso – abbiamo molte sfide da affrontare insieme nel nome della solidarietà. Ma il quadro deve essere visto nel suo insieme, non solo guardando al problema dei migranti irregolari ma anche al processo di ingresso nell'Ue”.  Lo ha detto il premier turco Ahmet Davutoglu al suo arrivo a Bruxelles.

La crisi dei migranti in Turchia

Ma in questi mesi l’UE ha più volte criticato Ankara. "Il flusso di rifugiati resta ancora troppo alto e un'ulteriore azione è necessaria",  ha detto il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk a Davutoglu, giovedì. Lo stesso Tusk negli scorsi giorni ha visitato tutti i Paesi più o meno investiti dall’emergenza migrazione: Vienna, Lubiana, Zagabria, Scopie, Atene, terminando il tour proprio ad Ankara. Da Atene aveva lanciato un drammatico appello nel corso dell'incontro col premier greco Alexis Tsipras. "Qui da Atene – aveva detto – voglio fare appello a tutti i potenziali migranti economici da dovunque voi veniate. Non venite in Europa". Poi aveva lanciato l'idea di un "meccanismo rapido e su vasta scala per rimpatriare i migranti irregolari che arrivano in Grecia" in Turchia, meccanismo, aveva detto, che apparirebbe "a molti in Europa il metodo più promettente". Ma nonostante le lodi ad Ankara, per il rafforzamento il pattugliamento delle coste, la situazione ora sembra essersi complicata anche e soprattutto per il caso Zaman, con il commissariamento  del principale quotidiano d’opposizione turco, ultima di una lunga serie di forme di repressione contro la stampa libera in Turchia.

Il programma del vertice UE-Ankara

Ad ogni modo, il programma del vertice straordinario di oggi prevede un incontro a quattro tra il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, quelli del Consiglio e del Parlamento europeo, Donald Tusk e Martin Schulz, e il premier turco Ahmet Davutoglu. Alle 12.30 pranzo di lavoro con i leader dei Paesi membri e Davutoglu. Alle 15, dopo una prima conferenza stampa e la partenza del premier turco, i Ventotto Stati membri riprenderanno la loro discussione e approveranno un documento sulle conclusioni del Consiglio.

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