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Manager perde il portafogli, immigrato precario lo trova e glielo restituisce

Gesto di onestà di un padre di famiglia della Costa d’Avorio. E’ avvenuto a Silea, in provincia di Treviso. L’uomo che aveva perso il portafogli: “Quel ragazzo merita un elogio pubblico nella terra dove è venuto a cercare fortuna, ha dimostrato che le persone oneste ci sono davvero dappertutto”.
A cura di Biagio Chiariello
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Quello dell'immigrato che restituisce un portafogli ad un operatore finanziario non è altro che un gesto di normale onestà e senso civico. Ma in un’epoca in cui sembra dominare a tutti i livelli l'indifferenza e il perseguimento esclusivo del proprio tornaconto, fatti come questo rappresentano un insegnamento per le giovani generazioni che vale più di mille parole. A Silea, in provincia di Treviso, un cittadino extracomunitario della Costa d’Avorio, padre di tre figli, in una condizione lavorativa precaria, ha ritrovato e restituito un portafoglio. All’interno,oltre ai documenti e ad assegni circolari, c’era anche parecchio denaro contante. A perderlo era stato Paolo Fregolent, operatore finanziario locale. La storia è raccontata a Il Gazzettino dallo stesso manager.

L'uomo andava di fretta e distrattamente aveva appoggiato e poi dimenticato sul tetto dell’auto il portafoglio, volato via quando è ripartito. Era disperato, convinto di poterlo più ritrovare, quando gli è arrivata una chiamata dai carabinieri di Roncade: "Il portafogli è stato ritrovato venga a riprenderselo". L'uomo è accorso al comando, pensando di trovarlo comunque alleggerito dal suo contenuto. E invece era tutto apposto: “Quando me lo sono ritrovato in mano – racconta Fregolent – ho subito verificato se all’interno c’era tutto. Capita sovente che si rientri in possesso dei soli documenti. Invece non mancava nulla. I carabinieri mi hanno spiegato che a rinvenirlo era stato un cittadino extracomunitario della Costa d’Avorio, residente a Roncade. Ho allora chiesto e ottenuto di poterlo incontrare”.

Fregolent ha dunque deciso di incontrare il giovane immigrato. “Quando gli ho chiesto che cosa l’aveva indotto a quel gesto, mi ha risposto che riteneva di aver fatto una cosa normale, non avendo nemmeno lontanamente pensato di appropriarsi di quanto non gli apparteneva”, racconta ancora al Gazzettino.Il manager ha voluto fare qualcosa in più, una sorta di attestato di riconoscenza e di fiducia nel prossimo. Così è andato dal sindaco di Roncade e ha segnalato il fatto: “Quel ragazzo merita un pubblico elogio, una menzione. Ha fatto onore al suo Paese di provenienza, insegnando, nella terra dove è venuto a cercare fortuna, che le persone oneste ci sono davvero dappertutto”, confessa ancora il manager trevigiano.

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