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Lo spot del panettone Motta ironizza sui vegani: scoppia la polemica

“Per il nostro panettone noi di Motta avremmo potuto usare tofu tritato, papaya, seitan e alga essiccata” recita la pubblicità ironizzando su prodotti usati nella cucina vegan ma attirando centinaia di critiche online.
A cura di Antonio Palma
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"Per il nostro panettone avremmo potuto usare tofu tritato, papaya, seitan, alga essiccata, e cuocerlo per trenta secondi nel microonde. Invece no! Lo abbiamo preparato seguendo la nostra ricetta, originale dal 1919. Da sempre”. Queste parole, usate nello spot della Motta per pubblicizzare il proprio panettone tradizionale milanese, da alcuni giorni sono diventate motivo di una accesa discussioni e polemiche anche roventi online e sui social. In particolare contro lo spot si è schierata la comunità vegana italiana con centinaia di utenti che hanno dimostrato il proprio disappunto contro questa scelta della storica azienda dolciaria con alcuni che si sono spinti addirittura a chiedere un boicottaggio dei suoi prodotti.

Nella pubblicità in effetti vengono citati espressamente e con tono sarcastico alcuni degli ingredienti usati per l'alimentazione vegana e posti in contrapposizione con la "ricetta originale" del dolce natalizio, basata invece su prodotti di origine animale come uova e latte. Non solo, lo spot, ideato dalla Saatchi&Saatchi Italia e dal budget complessivo di 17 milioni di euro, si conclude con un frase  ulteriormente ironica che recita: “E da oggi anche con bacche di goji! Scherzo…”.

Sui social così sono subito esplose le reazioni contrariate dei vegani che si so scagliati contro l'azienda produttrice ma anche contro quella che è una delle più importanti agenzie pubblicitarie al mondo. "Complimenti al #PanettoneMotta e al creativo dell'agenzia @Saatchi_Italy 17mil. per uno spot il cui messaggio è prendere in giro i #vegani", ha commentato un utente; "E quelli della pubblicità del #panettoneMotta sarebbero ‘creativi'? Ridefiniamo il concetto", ha scritto un altro. La critica comune però è un'altra ed è sintetizzata nel commento di un altro utente: "Cara Motta, la tradizione poteva essere rispettata anche senza offendere chi fa scelte sane e crueltyfree".

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