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Legambiente: trivellazioni inutili, il petrolio italiano è poco

Il settore è destinato a esaurirsi in pochi anni, come spiega l’associazione ambientalista, che fa luce sulle trivellazioni e richieste di estrazione di petrolio sui mari italiani.
A cura di Daniela Caruso
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Nei nostri fondali marini, ci sarebbero 10,3 milioni di tonnellate di petrolio. A stimare tale cifra, il Ministero dello Sviluppo Economico. "Stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane. Non solo: anche attingendo al petrolio presente nel sottosuolo, concentrato soprattutto in Basilicata, il totale delle riserve certe nel nostro Paese verrebbe consumato in appena 13 mesi". Legambiente ha precisato che tali dati "dimostrano l'assoluta insensatezza del rilancio delle attività estrattive previsto dalla Strategia energetica nazionale prospettata dal ministro Passera e della spinta verso nuove trivellazioni volte a creare 15 miliardi di euro di investimento e 25mila nuovi posti di lavoro.

"Il settore è destinato a esaurirsi in pochi anni" spiega l'associazione ambientalista, come sostiene il Ministero dello Sviluppo economico nel Rapporto annuale 2012 della sua Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche, nel quale viene delineato uno scenario in cui le risorse serviranno solo a coprire per 7,2 anni il gas e 14 per l'olio. Come sottolinea Legambiente, potrebbero essere aggiunto almeno altre 70 trivelle, alle nove piattaforme di estrazione petrolifera: "Ad oggi, le 9 piattaforme petrolifere attive nel nostro Paese sono operative sulla base di concessioni che riguardano 1.786 kmq di mare situate principalmente in Adriatico, a largo della costa abruzzese, marchigiana, di fronte a quella brindisina e nel Canale di Sicilia. A queste aree marine interessate dalle trivelle se ne potrebbero aggiungere altre: attualmente le richieste e i permessi per la ricerca di petrolio in mare riguardano soprattutto l'Adriatico centro meridionale, il Canale di Sicilia e il mar Ionio e il golfo di Oristano in Sardegna.".

Attualmente, 10.266 km2 di mare italiano sono oggetto di 19 permessi di ricerca petrolifera già rilasciati: sostanzialmente, come fa notare Legambiente, sono "17.644 km2 di mare minacciati da 41 richieste di ricerca petrolifera non ancora rilasciate ma in attesa di valutazione e autorizzazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico". Dunque, tra le aree già trivellate e quelle non ancora sottoposte a questo procedimento, si stimano 29.700 kmq di mare, che tradotto ricoprono una superficie più vasta di quella occupata dalla Sardegna. Ci sono, inoltre, sette richieste di estrazione di petrolio sui mari italiani e tre istanze di prospezione sull'Adriatico da Ravenna al Salento.

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