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L’ex ministro Landolfi (Pdl) rinviato a giudizio. L’accusa: ha favorito un clan

Il processo inizierà a partire dal 9 luglio. L’esponente Pdl: “Amareggiato”
A cura di Redazione
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Sarà in aula, quella di un tribunale, in qualità di imputato, il deputato del Pdl Mario Landolfi, ex ministro delle Comunicazioni uomo forte del centrodestra in Campania insieme a Nicola Cosentino: il gup Alessandra Ferrigno ha  disposto  il suo rinvio a giudizio per concorso in corruzione e truffa, reati che secondo l'accusa sarebbero aggravati dalla volontà di favorire il clan camorristico dei La Torre, a volte alleato a volte rivale del clan dei Casalesi. Il processo inizierà a partire dal 9 luglio.

Landolfi – secondo l'accusa – corruppe un consigliere comunale di Mondragone, la sua città, inducendolo a dimettersi per evitare lo scioglimento del Consiglio cittadino. La contopartita fu un posto nella futura giunta e un contratto di lavoro di tre mesi per la moglie. Di questa operazione avrebbe beneficiato  il consorzio Eco4, società mista pubblico-privato attiva nel settore della raccolta dei rifiuti. L'inchiesta si basa sulle dichiarazioni di diversi pentiti tra cui Gaetano Vassallo, titolare di discariche legato ai Casalesi di Francesco Bidognetti. Nell'inchiesta fu coinvolto anche l'ex coordinatore campano del Pdl ed ex sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, ora a giudizio davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Landolfi che ha messo a suo tempo a disposizione le intercettazioni telefoniche lo riguardavano, anche se, in quanto parlamentare, la Camera avrebbe potuto negare il consenso al loro utilizzo, oggi si dice amareggiato: "Forse – afferma – il meccanismo dell'udienza preliminare è da rivedere". Solidarietà dall'ex Guardasigilli Nitto Palma oggi coordinatore Pdl Campania.

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