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“Jobs Act” francese: la polizia sgombera raffineria occupata dagli operai

La Cgt, il più importante sindacato francese, ha annunciato uno sciopero a oltranza dal 2 giugno se il governo non ritirerà la riforma del lavoro.
A cura di Davide Falcioni
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La CGT (Confédération générale du travail) fa sul serio: dopo l'approvazione da parte del governo della riforma del lavoro i leader del più importante sindacato francese non sotterrano l'ascia di guerra. Al contrario, da giorni centinaia di lavoratori hanno bloccato gli accessi alla raffineria della Esso e al deposito di carburante di Fos-sur-Mer, vicino a Marsiglia, nel sud. Si tratta di una protesta, l'ennesima dopo più di due mesi, contro quello che è stato definito il "Jobs Act" francese: nella serata di ieri il primo ministro Manuel Valls aveva accusato i sindacati di aver messo sotto ricatto il paese provocando una grave penuria di carburante e annunciato che le autorità sarebbero intervenute per "ripristinare la legalità". Le forze dell'ordine hanno però dovuto faticare non poco per entrare nella raffineria, dal momento che i lavoratori avevano organizzato una strenua resistenza pacifica, con tanto di barricate lungo le strade di accesso al sito produttivo. "Ci hanno sparato con proiettili di gomma – ha raccontato il rappresentante Cgt Olivier Mateu – hanno usato gli idranti, senza nessun avvertimento. Ci saranno sempre più scioperi e nuove azioni".

La lotta contro la riforma del lavoro sembra però essere destinata a durare a lungo: ieri in 1.500 stazioni di servizio su 12mila c'è stata carenza di carburante e, anche se l'unione francese delle industrie petrolifere ha rassicurato i consumatori, è stato chiaro che se gli scioperi proseguiranno, come sembra, non è escluso che in futuro i disagi per i cittadini potrebbero aumentare. Quel che è certo è che se il governo non ritirerà la nuova legge sul lavoro gli scioperi proseguiranno a oltranza: la Cgt, infatti, ha proclamato mobilitazioni a partire dal 2 giugno, mentre sono già in programma agitazioni dei lavoratori di SNCF, la società pubblica dei trasporti ferroviari. A pochi giorni dall'inizio dei campionati europei di calcio, si tratta di una "minaccia" da non sottovalutare per il governo.

"Se la legge non sarà ritirata la mobilitazione continuerà e verrà ampliata", ha dichiarato  Philippe Martinez, segretario generale della Cgt, secondo cui probabilmente presto si potrebbe arrivare a un grande sciopero generale. Dal canto suo Michel Sapin, ministro delle finanze, ha parlato di "azioni illegittime", mentre il Medef, la Confindustria francese, in una nota ha chiesto al Governo "di ristabilire urgentemente lo stato di diritto e garantire a imprenditori e dipendenti di poter lavorare". "Non possiamo più tollerare che una manciata di irresponsabili prendano in ostaggio la Francia. Ed è totalmente insopportabile e incomprensibile che si consenta a un’infima minoranza di ostacolare l’attività economica nel Paese".

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