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Il caso del Comune di Leini, quando la mafia non è solo a sud

Il Consiglio dei ministri ha sciolto sette consigli comunali per inflitrazioni della criminalità organizzata. Tra questi ci sono Salemi (Trapani), fino a poco tempo fa guidato da Vittorio Sgarbi, e Leinì, in Piemonte, ultimo caso in ordine di tempo di mafia (‘ndrangheta) a Nord.
A cura di Biagio Chiariello
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il consiglio dei ministri ha ratificato lo scioglimento del centro in piemonte per infiltrazioni mafiose

Il consiglio dei ministri ha decretato lo scioglimento "per infiltrazioni mafiose" di sette comuni italiani. Si tratta di Pagani, in provincia di Salerno, di Gragnano, nel napoletano, Bova marina e Platì in Calabria e di Racalmuto e Salemi, in Sicilia. Infine c'è Leinì nel torinese, comune già precedentemente scosso dai sospetti condizionamenti della ‘ndrangheta. A gettare nella bufera il piccolo centro piemontese è stata l'operazione Minotauro, coordinata dal procuratore capo della Repubblica Giancarlo Caselli: 146 arresti, tra i quali quello dell’ex sindaco Nevio Coral. 72 anni, primo cittadini di Leinì per diciassette anni, dal 1994 al 2005, Coral era finito in manette l’8 giugno scorso con l’accusa di concorso in associazione mafiosa e voto di scambio. Lo scandalo aveva travolto anche Ivano – che dal padre Nevio aveva raccolto il testimone di sindaco – costretto alle dimissioni lo scorso dicembre, così come l'ex assessore regionale alla Sanità, Caterina Ferrero, cognata di Coral e a sua volta indagata per gli appalti nella sanità.

Leinì non è il primo caso di comune sciolto per mafia in Piemonte. Era già accaduto a metà anni Novanta con Bardonecchia. E a dimostrazione che le associazioni per delinquere di stampo mafioso non sono solo a sud, ci sono i casi recenti di Ventimiglia e Bordighera, due comuni liguri dai destini analoghi. Lo Stato è intervenuto a distanza di pochi mesi, lo scorso anno, per far cadere le due amministrazioni. Due blitz che hanno portato in carcere esponenti dei clan più in vista del Ponente. In entrambi i casi l’ipotesi era quella di una relazione tra politica e la criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista.

Tornando nel meridione, anche Salemi, il comune guidato fino a poco tempo fa da Vittorio Sgarbi, non ha potuto evitare l'onta delle “forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata” come recita la nota del Governo, nella quale si fa notare che il provvedimento fa "particolare riferimento ai due Consigli comunali siciliani" dove a maggio si sarebbero dovute tenere le elezioni amministrative. Le consultazioni, a questo punto, saltano ufficialmente. La gestione amministrativa di Racalmuto e Salemi sarà affidata ad una commissione straordinaria.

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