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Gardaland, “mio figlio autistico costretto a fare la fila. Siamo scappati”

La lettera di un papà alla direzione del parco divertimenti. Un’attesa di 30 minuti è impensabile per mio figlio. Abbiamo rinunciato e siamo andati subito via”.
A cura di B. C.
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Luigi è il papà di un bambino autistico di 9 anni. Qualche giorno fa si è recato con la sua famiglia a Gardaland per far passare una giornata diversa a suo figlio. Biglietto gratuito per quest’ultimo, come previsto, intero per il papà, la mamma e la sorella. All’ingresso, però, una brutta sorpresa. I genitori si aspettavano che il piccolo non dovesse fare la fila “express”, quella destinata a chi paga un supplemento di 4 euro per ogni attrazione. Così invece non è stato. Per quanto, il bambino sia stato esonerato dalle lunghissime file standard (80 minuti in media, quel giorni), suo padre ora protesta duramente. “Abbiamo fatto 3 giochi e ce ne siamo andati – racconta il papà in una lettera aperta pubblicata da Il Redattore Sociale– Avevamo i  biglietti anche per il giorno successivo, ma abbiamo preferito perderli, piuttosto che mandare in frustrazione nostro figlio, che è quanto mai inopportuno!”.  Per il bimbo sopportare la fila, che per quanto più veloce dell’altra, comunque richiedeva un’attesa media di 20 minuto, era decisamente impossibile.

“Non vi da alibi – si legge nella lettera del papà di Luigi inviata alla direzione di Gardaland – è il fatto che un bambino disabile debba fare la stessa fila di chi, potendoselo permettere, ha pagato l’extra per avere una fila preferenziale. Signori, questo è inaccettabile: la disabilità è una cosa seria, queste sono decisioni prese da personaggi che non hanno neanche la più pallida idea di cosa significa disabilità e delle problematiche a cui devono fare fronte le nostre famiglie. Ma secondo voi – chiede Luigi – i tempi di attesa di un bambino con la sindrome autistica, quale è il mio, possono essere gli stessi di chi sta lì per divertirsi e ha anche il portafogli pieno per spendere senza problemi? Io ho potuto fare solo 3 giochi, per due motivi: primo, perché il bambino non ce la faceva più a fare file; secondo, perché voleva farli con la sorellina e non gli è stato permesso. Per lei avremmo dovuto infatti acquistare l’extra e questo, per principio, non l’ho voluto fare”.

Per adesso dal parco non è arrivata nessuna risposta, mentre non si è fatta attendere la reazione dei social network: “su Facebook, tante famiglie stanno scrivendo di aver avuto lo stesso problema: ma se i problemi poi ce li dimentichiamo, non si risolveranno mai”, conclude Luigi.

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