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Friuli, professore scompare per 26 giorni tra le montagne: “Volevo solo isolarmi un po’”

Lo scorso 8 marzo Natale Vadori è uscito di casa, senza comunicare nulla a nessuno. Vi ha fatto ritorno solo domenica scorsa. “Ognuno di noi ha momenti in cui ha bisogno di cambiare aria”, ha spiegato, scusandosi con le persone che fatto stare in ansia.
A cura di C. T.
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Per ventisei giorni è sparito, nessuno ha saputo più nulla di lui. Lo scorso 8 marzo Natale Vadori, docente cinquantatreenne di Vito D'asio, in provincia di Pordenone, è uscito di casa, senza comunicare nulla a nessuno. Vi ha fatto ritorno solo domenica scorsa. Il motivo? Nessuno in particolare, una "pausa di riflessione" nella val di Preone, tra temperature rigide, al riparo sotto una tettoia e cibandosi di neve. "Ognuno di noi ha momenti in cui ha bisogno di cambiare aria ma non tutti ci troviamo in una situazione concreta in cui ciò possa accadere. Avevo i miei pensieri, ma non propositi precisi, altrimenti non mi sarei comportato in quella maniera", ha spiegato il professore, dicendo di non sapere bene cosa sia successo in questo mese e scusandosi con chi ha messo in ansia.

"Sono uscito di casa – ha raccontato – con in mente l’idea di farmi un giro, senza una meta precisa. Mi sono avventurato nella val d’Arzino, che è sempre suggestiva, ho lasciato l’auto e sono risalito lungo il torrente nonostante la neve, un mese fa molto alta. Ho percorso circa dieci chilometri, arrivando in val di Preone. Ho trovato una baita, un rifugio con una pergola. Mi sono fermato perché ero stanco. Poi ho passato la notte lì, all’addiaccio. In seguito sono rimasto lì. Scherzando con i carabinieri, mi è stato detto che potrei fare da testimonial di corsi di sopravvivenza". Attorno a lui nessuno, solo il "conforto della preghiera": "Poi, dopo Pasqua, sono arrivati i primi villeggianti e mi sono spostato da lì, senza neanche accorgermi avevo iniziato a scendere".

Vadori ha spiegato che con quest'esperienza ha "imparato cosa vuol dire essere un eremita. Mi svegliavo con le prime luci, con le prime ombre mi coricavo, sentivo il vento. Faceva freddo ma più di tanto no: in ospedale mi hanno detto che ho una salute di ferro, sarà anche vero. O magari l’aria della Val di Preone è particolarmente sana. Anzi, invito tutti a visitare quei bei posti". Il cnquantatreenne però è visibilmente dimagrito: ha perso 13-14 chili. Ma adesso, ha concluso, si sente "più forte, perché comunque è una prova che si è superata. Non è stato uno scherzo. Posso solo ringraziare ancora tutti quelli che si sono prodigati per me".

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