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Opinioni

Vi spiego perché l’auto di Ciro Esposito, il tifoso ferito, non doveva essere lì

La Questura di Roma aveva reso noto il “piano sicurezza” per la finale di Coppa Italia 2014 Fiorentina-Napoli. I supporter del Napoli a bordo delle proprie auto sarebbero dovuti giungere a Saxa Rubra, e poi salire sulle navette dell’Atac. Ma i parcheggi erano saturi e tante auto, tra cui quella con a bordo il povero Ciro Esposito, sono arrivate allo stadio senza scorta.
A cura di Carlo Tarallo
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Nella girandola infinita di ricostruzioni, commenti, ipotesi e dichiarazioni ufficiali relative ai gravissimi fatti di ieri sera a Roma, una sola cosa è certa: l’auto con a bordo Ciro Esposito, il tifoso del Napoli colpito alla colonna vertebrale da un colpo di pistola esploso dall’ultrà romanista Daniele De Santis, non doveva essere lì. Non doveva essere a Tor di Quinto. E se c’era, significa che il piano di sicurezza predisposto dalla Questura di Roma non è stato rispettato ma, ciò che è ancora più grave, non è stato fatto rispettare. Vediamo perché. Come in occasione di ogni trasferta, la Questura di Roma alcuni giorni prima dell’evento sportivo ha diffuso il comunicato ufficiale relativo alla Finale di Coppa Italia di ieri sera a Roma. Ecco la parte riservata ai tifosi provenienti da Napoli.

Piano sicurezza Napoli-Fiorentina: il comunicato della Questura di Roma

I tifosi del Napoli, a bordo di pullman, arriveranno nella Capitale attraverso i due caselli Autostradali A1 Roma Sud e Roma Est. Da questi saranno accompagnati allo stadio percorrendo itinerari predeterminati, parcheggiando nella zona esterna a nord dello stadio Olimpico individuata nei seguenti piani stradali: Via Volpi (25 pullman), P.le Ministero degli Affari Esteri (45 pullman), P.le Maresciallo Diaz lato via Toscano (40 pullman), P.le Maresciallo Diaz lato via Contarini (40 pullman), per una capienza totale di circa 160 pullman. I restanti tifosi partenopei che arriveranno nella Capitale con mezzi propri saranno indirizzati verso l’area di sosta di Saxa Rubra, dalla quale raggiungeranno lo stadio con navette Atac.

È importante, molto importante, leggere bene queste ultime due righe. Tra i tifosi partenopei arrivati con mezzi propri, infatti, c’erano anche Ciro Esposito e i suoi amici. I quali quindi avrebbero dovuto parcheggiare la loro auto a Saxa Rubra ed essere poi scortati insieme a tutti gli altri verso lo stadio a bordi di navette dell’Atac. Perché la Questura, come sempre in questi casi, aveva preso questa decisione?
Semplice: per evitare che piccoli o piccolissimi gruppetti sparsi di tifosi, a bordo delle proprie auto, raggiungessero l’area dello stadio senza alcuna misura di protezione. C’era pericolo di scontri. Ciro, dunque, avrebbe dovuto parcheggiare l’auto a Saxa Rubra e essere “accompagnato” allo stadio, come tutti gli altri tifosi giunti con automobili e non con pullman. Se così fosse stato, ovviamente, non sarebbe successo nulla. E invece?

La testimonianza del tifoso del Napoli: “Ci hanno detto di proseguire fino allo stadio perché i parcheggi erano saturi”

E invece quell'auto a Saxa Rubra non si è fermata. Così come tantissime altre automobili provenienti da Napoli. Perché? “Siamo arrivati nei pressi di Saxa Rubra – racconta un supporter azzurro giunto anche lui a Roma in auto – pensando di dover parcheggiare l’auto per poi raggiungere lo stadio con le navette. Invece, le forze dell’ordine ci hanno detto di proseguire in macchina, perché i parcheggi erano saturi. E così, siamo arrivati anche noi allo stadio seguendo il percorso dei pullman. Senza indicazioni su dove parcheggiare. Abbiamo lasciato l’auto a pochi metri dal luogo dell’aggressione a Ciro”.
A quel punto, il piano era già saltato. Centinaia di auto private avrebbero raggiunto autonomamente i pressi dell’Olimpico. Senza scorta. In una zona ad altissimo rischio. Con il pericolo concretissimo di restare isolati e senza protezione e di diventare bersaglio di assalti da parte di tifosi avversari. Per colpa di un parcheggio “saturo”. Possibile? La risposta dovrebbero darla i responsabili dell’ordine pubblico.

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