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Ecco il reddito di inclusione di 400 euro al mese: di cosa si tratta e chi ne beneficerà

Via libera definitivo al disegno di legge delega per il contrasto alla povertà, che contiene anche le norme per il cosiddetto reddito di inclusione. Ok anche dal Cdm.
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C'è il via libera al ddl “Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali”. Si tratta della legge delega per il contrasto alla povertà, con i primi decreti per il contrasto alla povertà e per il riordino delle prestazioni assistenziali e dei servizi sociali.

Le finalità della delega erano:

  • introdurre una misura nazionale di contrasto alla povertà, individuata come livello essenziale delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale, basata sul principio dell'inclusione attiva
  • razionalizzare le prestazioni di natura assistenziale e quelle di natura previdenziale sottoposte alla prova dei mezzi,  introducendo il principio di "universalismo selettivo" nell'accesso secondo criteri di valutazione della condizione economica in base all'ISEE
  • riordinare la normativa in materia di interventi e servizi sociali

Il reddito di inclusione, di cosa si tratta e chi ne ha diritto

La misura principale di contrasto alla povertà è il reddito di inclusione, che il Governo si impegna a garantire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Si tratta di una misura articolata in due tronconi, un beneficio economico e una componente di servizi alla persona, che sarà subordinata alla prova dei mezzi e all’adesione a "un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato all’affrancamento dalla condizione di povertà”.

In parole povere, i soggetti che beneficeranno del contributo economico e del sostegno dei servizi sociali dovranno impegnarsi a rispettare un progetto personalizzato che prevede la re-inclusione o l’immissione nel circuito lavorativo, volto all’affrancamento dalla condizione di povertà.

Per individuare i beneficiari si farà riferimento all’ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente, per tener conto dell’effettivo reddito disponibile e di indicatori della capacità di spesa) e si terrà conto “di un requisito di durata minima del periodo di residenza nel territorio nazionale” (non è ancora chiaro se la misura riguarderà anche i cittadini non appartenenti alla Ue, toccherà al Governo spiegarlo nei decreti delegati).

La base di partenza sarà comunque costituita dal SIA, ovvero il sostegno per l’inclusione attiva già sperimentato in 12 città con più di 250mila abitanti. Il SIA però era “riservato esclusivamente ai nuclei familiari con minori in situazione di difficoltà aventi ISEE inferiore a 3.000 euro e patrimonio inferiore a 8.000 euro (oltre che trattamenti di natura previdenziale e assistenziale non superiori a 600 euro mensili, con vincoli riguardanti il possesso di autoveicoli)”, mentre la nuova misura sarà estesa anche ai nuclei familiari “con figli minori o con disabilità grave o con donne in stato di gravidanza accertata o con persone con più di 55 anni di età in stato di disoccupazione”.

Non è semplice fare dei calcoli sull’entità dell’importo, che dunque potrebbe essere erogato alle famiglie sotto forma di carta acquisti prepagata. La dotazione del Fondo da legge di stabilità è di 1.030 milioni di euro per il 2017 e 1.054 milioni annui a decorrere dal 2018, cifra che per Poletti può essere portata a circa 2 miliardi di euro l’anno con l’ausilio della dotazione europea e tramite l'accorpamento di misure stanziate in precedenza.

Considerando la platea dei beneficiari del SIA si può ipotizzare una integrazione di circa 400 euro mensili, ma il ministro del Lavoro è convinto di poter arrivare a 480 euro mensili. Come vi abbiamo spiegato in questo approfondimento, la stima “si basa sull'importo dell'assegno medio erogato alle circa 27mila persone che hanno beneficiato del SIA nella sua fase di sperimentazione (334 euro mensili), ma non tiene conto dell'enorme scarto che, nel caso in esame, si è verificato tra i beneficiari effettivi e i beneficiari potenziali”.

Insomma, il punto è che, data la scarsità di risorse in rapporto al numero enorme di famiglie in povertà assoluta (circa 1,5 milioni), una misura che nasce con carattere universalistico, diventi di tipo selettivo.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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