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Dalle società di famiglia ai coca party: tutti i guai giudiziari di Tarantini

Giampy è da anni al centro di numerose inchieste nel capoluogo pugliese. Il suo obiettivo era diventare un grande imprenditore del settore della sanità e Berlusconi poteva realizzare questo sogno. Ora è a Rebibbia.
A cura di Biagio Chiariello
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“Estorsione”. E' questa l'accusa che ha portato all'arresto di Giampaolo Tarantini, con sua moglie. Vittima (ma si fa per dire) della frode è Silvio Berlusconi: secondo la procura di Napoli, l'imprenditore barese di 36 anni sarebbe stato indotto da consistenti pagamenti (500mila euro oltre a un mensile di 20mila euro al mese, scrive Panorama) ad intraprende la strada del patteggiamento nel procedimento in corso nel capoluogo pugliese sui «reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di una molteplicità di giovani donne»: un modo per salvare il premer dall'ennesimo processo dagli effetti disgreganti per la sua già deturpata immagine pubblica. Privilegi secondo i pm, cui «provvede Berlusconi servendosi di Valter Lavitola», (protagonista dell'intercettazione che ieri ha fatto il giro del mondo nella quale Silvio dichiara di voler andar via dall'«Italia, Paese di merda») è destinatario della stessa misura cautelare di Giampy.

Ma non è la prima volta che il nome di Tarantini, ora a Rebibbia, viene iscritto nel registro degli indagati per un'inchiesta. Tra i sette fascicoli iscritti nei suoi confronti dalla Procura di Bari, vi è ovviamente la nota indagine, ancora aperta, riguardante l'inchiesta sul giro di escort nelle residenze estive del premier, svelato da Patrizia D'Addario.

Un' altra cartella, anche questa non ancora archiviata, riguarda presunti episodi di corruzione in cambio di forniture di protesi da parte delle aziende dei fratelli Tarantini, in cui sono coinvolti il primario di ortopedia del Policlinico Vittorio Patella e l'ex dg della Asl di Bari, Lea Cosentino. Indagine chiusa è invece quella sulle gare d'appalto truccate alla Asl di Lecce, che ha portato il 18 marzo 2010 all'arresto dell'ex vicepresidente della giunta regionale pugliese, Sandro Frisullo. In fase di udienza preliminare è quella che il 7 aprile 2010 ha portato all'arresto di Pasqualino Ciappetta, direttore di neurochirurgia del Policlinico di Bari, incriminato di favoreggiamento per le società dei fratelli Tarantini in cambio di denari, viaggi e regali.

Un vecchio fascicolo in cui risulta indagato ancora una volta Tarantini concerne una presunta associazione a delinquere per condizionare i vertici delle società ospedaliere pugliesi nell'acquisto dei prodotti sanitari commercializzati dalle aziende di famiglia. Inchiesta già a dibattimento in cui è incriminato anche il coordinatore regionale della Puglia Prima di Tutto, Tato Greco.

L'unica indagine della Procura del capoluogo puglise che è costata le manette a Tarantini è quella che riguarda una serie di presunti coca party che l'uomo avrebbe organizzato nelle sue case di Giovinazzo (Bari) e in Sardegna nell'estate del 2008. Tarantini è stato condannato nel giugno scorso con rito abbreviato a due anni e due mesi di reclusione per detenzione ai fini di spaccio di droga.

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