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Bolzano, schiaffo a Renzi: no al Tricolore per l’anniversario della Grande Guerra

Si avvicina la data del 24 maggio, celebrata nell’Epopea del Piave, ma Bolzano, così come anche Trento, hanno deciso di interpretare in modo alternativo l’invito di Roma ad esporre il tricolore in ogni edificio pubblico.
A cura di Biagio Chiariello
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Nei giorni scorsi la presidenza del Consiglio dei ministri ha invitato le amministrazioni pubbliche all'esposizione sui propri edifici del tricolore per il centenario dell'entrata in guerra dell'Italia, il 24 maggio 1915. Ma la Provincia autonoma di Bolzano ha declinato l’invito. “L'indicazione di Roma di ricordare in questo modo l'inizio del conflitto è incomprensibile e sbagliata", ha detto il governatore Arno Komptascher. "Avremmo – ha aggiunto – invece volentieri seguito un eventuale invito a mettere le bandiere a mezz'asta". Bolzano, infatti, così come Trento, a quel tempo, non era ancora italiana, ed era già entrata in guerra da otto mesi sotto la bandiera dell'Impero Austro Ungarico.

"Per noi si tratta di un ricordo doloroso – ha detto il presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi -. La Grande Guerra era iniziata per l'Impero Austro Ungarico nel 1914, ma, con l'ingresso in guerra dell'Italia, il Trentino si trovò sul confine. Cento anni fa, sul finire del maggio del 1915, la nostra provincia ha vissuto giorni di angoscia e di paura, nei quali gli abitanti posti sulla linea del fronte con l'Italia vennero allontanati come profughi". E ancora: "Oggi ci sentiamo parte di un'unica entità, l'Europa — prosegue la nota della provincia di Trento — e le nostre tre comunità, Trentino, Alto Adige/Südtirol e Tirolo, si ritrovano insieme nell'Euregio trentino-tirolese. Crediamo nell'ideale della convivenza pacifica e quella guerra come tutte le guerre è per noi una sconfitta. In quel giorno inviteremo tutti a osservare un minuto di silenzio per i caduti di tutte le guerre".

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