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Bologna, benedizione di Pasqua negli uffici del Comune: Cgil e atei furiosi

Dal 14 al 16 marzo il parroco Don Isidoro visiterà il municipio di Bologna per la funzione religiosa. Ma sindacati e Uaar non ci stanno e parlano di “un’indebita ingerenza”, “una forma di malcostume”, tirando in ballo il principio di laicità.
A cura di B. C.
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La Cgil e l’Uaar (l’associazione degli atei e agnostici)  non vogliono le benedizioni pasquali negli uffici del Comune di Bologna durante l’orario di lavoro. E’ Repubblica a riportare la polemica, per il sindacato e l’associazione di ‘categoria’ di una “indebita ingerenza" e di "una forma di malcostume", con la Uaar che si è già detta pronta a diffidare il comune se la benedizione (in programma tra il 14, 15 e 16 marzo, dalle 10 a mezzogiorno, quando un sacerdote visiterà le torri di Liber Paradisu). La Cgil tira in ballo il principio di laicità. "Questa pratica è lesiva dei diritti individuali – ha sbottato  il direttore generale del Comune Giacomo Capuzzimati – ed estremamente fuori luogo. Vi sono lavoratori atei, agnostici, di religioni diverse a quella Cattolica o cattolici ma contrari alle benedizioni. Le scelte di coscienza sono dati sensibili. Sul luogo di lavoro, e in orario di lavoro, si deve svolgere attività lavorativa. Viene violato il principio di laicità" scrivono i delegati sindacali, arrivando a concludere che "il rito religioso è un’indebita ingerenza in un posto che non dovrebbe avere alcuna connotazione ideologica".

La benedizione di Pasqua negli uffici del comune di Bologna

La polemica era stata innescata dopo che il parroco Don Isidoro ha comunicato la sua disponibilità per le benedizioni pasquali a una dirigente del Comune. "I responsabili, al posto di far notare che si tratta di uffici pubblici, che è orario di lavoro, e che queste attività vanno organizzate in orario extralavorativo  – denuncia l’Uaar – chiedono ai propri collaboratori di accompagnare il parroco per il piano di rispettiva competenza". Roberto Grendene, coordinatore del circolo bolognese e responsabile nazionale delle campagne Uaar, attacca: "Mi ha chiamato una dipendente che non vuole essere presente alle benedizioni ed è molto in difficoltà. Noi siamo pronti a presentare una diffida contro il Comune". La Cgil fa poi notare che negli altri anni veniva semplicemente messa adisposizione una sala riunioni dell’ufficio, dove solo chi lo desiderava poteva andare per la benedizione religiose. Ora invece lo spazio da dedicare alla funzione è decisamente più largo.

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