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Yara e Sarah nello spot di Porta a Porta, Cenerentola interrotta da Bruno Vespa

Polemiche su Bruno Vespa e sulla sua trasmissione Porta a Porta: durante lo spot “Chi protegge i nostri figli” si è parlato di Yara e Sarah, proprio durante la visione di Cenerentola. Critiche dall’Osservatorio per i diritti dei minori.
A cura di danila mancini
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bruno vespa contro le principesse disney spot yara e sarah durante cenerentola

Le Principesse Disney sono tornate in tv su Raiuno per la gioia di adulti e piccini, felici di assistere insieme ad uno spettacolo animato dai toni sempre attuali. Cenerentola è la prima a calcare il tappeto rosso, poi sarà la volta di Biancaneve e della Bella addormentata. Nonostante l'attesa di vederle nuovamente in televisione, qualcosa ha turbato gli spettatori nella serata di ieri, proprio durante il momento topico del ballo…

Cenerentola è stretta tra le braccia del suo principe. L'orologio continua a scandire i minuti, ma in quegli attimi anche il tempo svanisce: c'è lui, c'è lei, l'emozione di veder realizzato il più grande desiderio d'amore. Quanti bambini, nel vedere questa scena, immagineranno un destino simile, quanti adulti ricorderanno di nuovo come si fa a sognare. E proprio in quel momento, la pubblicità interrompe l'emozione e irrompe sullo schermo il faccione di Bruno Vespa: chi protegge i nostri figli? si domanda, accennando alla tragedia di Sarah Scazzi e alla scomparsa di Yara Gambirasio. Tutti credono alle favole, ma spesso i sogni delle ragazzine si interrompono proprio come accaduto nei recenti fatti di cronaca.

Immaginiamoci gli sguardi allibiti degli adulti e quelli confusi dei bambini: ma non ci stavamo vedendo Cenerentola?

"Non è ammissibile che una delle sempre più rare occasioni di intrattenimento dedicate ai bambini e alle famiglie debba essere funestata da uno spot inquietante, intitolato "Chi protegge i nostri figli?", un condensato di pochi secondi ad effetto in grado di generare apprensione tra i minorenni e gli adulti intenti a seguire il capolavoro disneyano. Esistono leggi, per la verità alquanto ambigue, che suggeriscono addirittura il divieto di messa in onda di spot pubblicitari durante i cartoni animati, ma laddove non arriva la legge dovrebbe sopraggiungere il buonsenso, la cui latitanza costituisce un segnale di deriva etica che nuoce gravemente alla salute del servizio pubblico radiotelevisivo. Sarebbe indispensabile conoscere dal presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, on. Sergio Zavoli, la differenza che intercorre tra servizio pubblico ed emittenza privata", queste le parole di Antonio Marziale, consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia.

Il commento di Bruno Vespa non è stato altrettanto convincente: il conduttore di Porta a porta si è difeso affermando di non aver mostrato contenuti forti sulle vicende di Yara e Sarah; il suo tentativo, infatti, è stato solo quello di rivolgersi alle famiglie italiane, per sensibilizzarle in merito alla sicurezza dei loro figli, un tema squisitamente da servizio pubblico.

Dalle parole di Vespa nulla di potenzialmente contestabile, ma cosa sarebbe cambiato se si fosse evitato di mandare in onda lo spot? Si sarebbe concessa la possibilità ai telespettatori di cambiare canale dopo la fine del cartone, senza sapere per forza quale programma lo avrebbe seguito. Si sarebbe concessa la possibilità della scelta. Già, della scelta.

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