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Vertice Napolitano – Monti: due ore per stabilire il lavoro da fare per salvare l’Italia

Incontro serale tra il presidente Napolitano e il neo-senatore a vita per discutere del duro lavoro e le misure lacrime e sangue che il Governo dovrà prendere nei prossimi mesi per resistere all’attacco dei mercati e ridurre il “mostro” del debito pubblico.
A cura di Alessio Viscardi
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Vertice in serata tra Mario Monti e Giogio Napolitano

Un vero e proprio vertice di Governo quello tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il neo-nominato senatore a vita Mario Monti – sempre più vicino a diventare il nuovo presidente del Consiglio alla guida di un governo di emergenza per ridare stabilità economica all'Italia. L'incontro sembra fugare le voci su una possibile nomina di Giuliano Amato allo scranno di Palazzo Chigi, mentre dall'area berlusconiana del Pdl arriva con forza il nome di Lamberto Dini al posto del professor Monti. Il vertice al Colle, però, manda un messaggio chiaro: sarà lui il primo ministro subito dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi all'indomani dell'approvazione della legge di Stabilità.

La giornata è stata lunga e pesante, con le continue rassicurazioni arrivate dal Colle e rivolte ai mercati internazionali sulla tenuta economica italiana. Lo spread torna sotto i 500 punti e il tetto del 7% di differenziale tra bot e bund si allontana, per ora. Soltanto ieri, si era quasi arrivati ai 600 punti e le prime pagine di tutti i giornali del mondo hanno titolato di come l'Italia stesse sprofondando nell'abisso del default.

L'incontro tra Mario Monti e Giorgio Napolitano è durato quasi due ore, ufficialmente il nuovo senatore a vita è salito al Colle per ringraziare il presidente della nomina – come riporta il comunicato del Quirinale. Ufficiosamente, trapelano i contenuti del vertice: il “duro lavoro” che l'Italia dovrà affrontare per uscire dalla crisi. In mattinata, Mario Monti aveva lasciato Berlino dichiarando alla stampa che c'è molto da fare, nello stesso momento lo spread era in crescita.

In un convegno sulla Finlandia e l'unificazione italiana di 150 anni, il capo dello Stato coglie l'opportunità per affermare ancora una volta la solidità del paese e l'infondatezza dei dubbi di un lungo periodo di inattività del Parlamento italiano a seguito della situazione attuale.

Un'Italia che ha “alle spalle ha un passato ricco di momenti gloriosi, segnati da crisi e cadute superate con slancio e spirito di sacrificio” dice alla platea, lo spirito adatto per affrontare “un momento in cui si trova di fronte a passaggi molto difficili e scelte particolarmente ardue per raggiungere gli obiettivi finanziari di crescita economica e sociale ed uscire dalla crisi”.

Sul tavolo l'urgenza con cui l'Europa chiede all'Italia segni di responsabilità. Anche Barack Obama, estremamente preoccupato dalla crisi del debito italiana, ha telefonato a Giorgio Napolitano. Un'ora al telefono con il presidente americano e due ore a colloqui con Mario Monti. Intanto, Bersani, Alfano, Fini e Casini si incontrano e fanno le prove tecniche di un governo di responsabilità nazionale.

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