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Vertice migranti, “accordo di principio” tra Ue e Turchia. Renzi: “Piccolo passo avanti”

Il vertice dei leader Ue con la Turchia sulla crisi dei migranti si è chiuso con un rinvio al prossimo summit del 17 e 18 marzo. Il premier Renzi ha parlato di un “piccolo passo avanti” ammettendo che ancora molto resta da fare.
A cura di Susanna Picone
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“È stato fatto un piccolo passo avanti sul fronte dei migranti che arrivano dalla Turchia, ma c'è ancora molto da lavorare, molto da discutere”: così il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha commentato l’accordo raggiunto a Bruxelles al vertice straordinario sui migranti. Il vertice dei leader Ue con la Turchia sulla crisi dei migranti si è chiuso con un'intesa di principio, un modo per prendere tempo fino al prossimo vertice del 17 e 18 marzo. Il documento prevede il sostegno alla road map per Schengen; il reinsediamento dalla Turchia sulla base del meccanismo uno a uno proposto da Ankara; e l'ok all'assistenza umanitaria alla Grecia. Se Renzi ha parlato di un piccolo passo in avanti e di richieste turche ridimensionate, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha fatto riferimento a un’intesa sui principi generali che dovranno essere tradotti in iniziative. “Abbiamo gettato le basi per arrivare entro la fine del mese a un accordo complessivo sulla base della proposta presentata dalla Turchia”, ha detto Merkel al termine del vertice. “Il presidente del Consiglio europeo porterà avanti le proposte e lavorerà sui dettagli con la parte turca” in vista del nuovo summit dei leader Ue del 17 e 18 marzo, ha spiegato invece il premier lussemburghese Xavier Bettel lasciando il vertice.

Ankara alza la posta – Oltre a quelli già previsti per il 2018, Ankara ha chiesto altri tre miliardi aggiuntivi che l'Europa dovrebbe stanziare sulla base di progetti per migliorare le condizioni di vita dei profughi; l'apertura di cinque capitoli per il processo di adesione Ue (gli stessi che aveva messo sul tavolo già a novembre); la liberalizzazione dei visti a giugno, anziché ottobre; e “aree umanitarie sicure” in Siria. Durante le discussioni, il premier Renzi, il belga Charles Michel, e il britannico David Cameron hanno insistito perché nelle conclusioni fosse menzionata l'importanza della difesa della libertà di stampa, minacciata dal regime del presidente turco Recep Tayyp Erdogan.

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