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Unioni civili, cattolici Pd: pena fino a 12 anni per utero in affitto anche all’estero

Ancora un emendamento del ddl Cirinnà da parte della minoranza del Partito democratico: aggiungere una nuova previsione di reato dopo l’articolo 5 del testo, quello sulle stepchild adoption. Si tratta di una nuova “proposta di mediazione”, in attesa che la legge arrivi in aula il 28 gennaio. Un gruppo di senatori Pd: “Ritiratelo”
A cura di Claudia Torrisi
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Update – A meno di 24 ore dalla presentazione dell'emendamento dell'ala cattolica del Pd che punisce con il carcere chi ricorre all'utero in affitto anche all'estero, un gruppo di senatori dem – formato da Massimo Caleo, Laura Cantini e Francesca Puglisi – ne chiede il ritiro: "L'obiettivo che ci siamo posti è unire il più possibile il Pd e approvare le unioni civili. Da questo punto di vista, l'emendamento del collega Dalla Zuanna non aiuta, anzi rischia di creare ulteriori fossati. Per questo chiediamo che non venga depositato". I senatori si dicono "d'accordo nel ribadire il divieto già espresso dalla legge italiana anche nel ddl Cirinnà, ma non possiamo giustificare emendamenti che appaiono non rispettosi della vita delle persone e che allontanano l'unità del gruppo".

A pochi giorni dall'arrivo in Aula del ddl Cirinnà sulle unioni civili, l'ala cattolica del Partito democratico ha presentato ieri un nuovo emendamento al testo, a firma di Gianpiero Dalla Zuanna. Ancora una volta la modifica – arrivata a 48 ore dalla scadenza per presentarle – è all'articolo 5, quello che prevede la stepchild adoption. Mentre la settimana scorsa era stata depositata la proposta di sostituire l'istituto con quello dell'affido rafforzato, stavolta i cattodem si sono concentrati direttamente sulla maternità surrogata. Si tratta di aggiungere all'articolo 5 "l'estensione della punibilità delle pratiche di maternità surrogata se realizzate all'estero da cittadini italiani". Secondo l'emendamento si ha l'obbligo di dichiarare e documentare di non aver fatto uso della pratica. Qualora la documentazione non venisse presentata "l'ufficiale di stato civile trasmette gli atti alla procura". Nel caso in cui venisse accertato il ricorso alla maternità surrogata e l'assenza di legami biologici "viene dichiarato lo stato di adottabilità del minore".

Nella proposta si prevede di punire chi ricorre alla gestazione per altri anche all'estero: "chiunque, al fine di accedere allo stato di madre o di padre, fruisce della pratica di surrogazione della maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con una multa da 600 mila a un milione di euro. Chiunque organizza, favorisce o pubblicizza la pratica di surrogazione della maternità è punito con la reclusione da sei a dodici anni e con una multa da 600 mila a un milione di euro". Ieri sera è continuata la discussione all'interno del Partito democratico, per arrivare a una soluzione della spaccatura. Ma l'emendamento arrivato ieri di certo non aiuta la mediazione, anzi: rischia di inasprire lo scontro. E di far saltare il ddl: con un provvedimento "annacquato" la maggioranza perderebbe l'appoggio del Movimento 5 stelle, che in questo momento serve a Matteo Renzi per avere i numeri per far passare la legge.

La proposta di modifica firmata da Dalla Zuanna è piaciuta ai centristi. Maurizio Sacconi di Area Popolare ha espresso il suo apprezzamento in un tweet: "Bene emendamenti Pd su utero in affitto. Almeno su questo siamo d'accordo". Ap ha annunciato la presentazione di 85 emendamenti al testo Cirinnà, di una pregiudiziale di costituzionalità e di una richiesta di sospensiva di due mesi.

Per la responsabile Welfare del Pd Micaela Campana, però, "si tratta di una ricostruzione faziosa, abnorme e fuori luogo che andrebbe a colpire centinaia di coppie, omo ed eterosessuali, che si rivolgono all'estero per avere un figlio. Vorrei ricordare che nel nostro ordinamento la deroga al principio della territorialità della legge penale ha luogo soltanto per crimini molto gravi, che violino principi fondamentali del diritto internazionale come crimini contro l’umanità, gravi violazioni dei diritti umani o la tortura". Che un bambino, ha concluso, "costituisca una minaccia così grave per il nostro ordinamento mi pare quantomeno ridicolo senza contare che esso una volta in Italia non sarebbe riconosciuto giuridicamente, diventando così un minore di serie B pronto per essere affidato ad una casa famiglia".

Anche Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, ha definito l'emendamento "una proposta indecente, irricevibile": "Una legge che nasce con l'idea di riconoscere diritti non può tramutarsi in una legge penale che parla di carcere. In nessuna parte del mondo le leggi che riconoscono le unioni tra persone dello stesso sesso sono state associate a clausole penali di alcun tipo. Solo il fatto che qualcuno immagini nel nostro Paese questa eventualità dovrebbe farci vergognare. Se il senatore vuole intervenire sulle pratiche di procreazione assistita deve avere la trasparenza e l'onestà di depositare subito una proposta di modifica delle legge 40, perché è quella che norma queste pratiche."

Mentre si alza l'asticella dello scontro e si avvicina la data dell'arrivo in Aula, sabato 23 ci saranno manifestazioni in sostegno al ddl Cirinnà in molte piazze italiane. E, esattamente una settimana dopo, un nuovo Family Day al Circo Massimo, per il quale cresce sempre più la partecipazione: recentemente il vicepresidente Anci – primo cittadino di Chieti – ha fatto un appello a tutti i sindaci perché sfilino alla manifestazione con la fascia tricolore in difesa della famiglia.

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