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Un anno di Governo Monti: tutte le gaffe di ministri e sottosegretari

I fuoricorso “sfigati”, i giovani prima “mammoni”, poi “choosy”, la monotonia del posto fisso, il pecorino che diventa “doggy style”, i numeri ballerini sugli esodati e molto altro. 365 giorni di Governo Monti, tra uscite infelici, scivoloni e svarioni linguistici.
A cura di Biagio Chiariello
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Per molti il passaggio da Silvio Berlusconi a Mario Monti, esattamente un anno fa, doveva essere anche l'arrivo di una nuova era. Dalla comicità da Bagaglino (spesso involontaria) del Cavaliere alla sobrietà dell'austero Professore. Tutto lasciava presagire ad un futuro caratterizzato dal recupero di quella serietà, quella autorevolezza, quella rispettabilità smarrita dal precedente governo. Anche le lacrime di Elsa Fornero erano state interpretate come il pianto di un donzella per una cosa seria, come lo era certamente la manovra sulle pensioni. Mai si erano viste le "donne di Silvio" piangere per questioni istituzionali. In quell'istante, anche se solo per pochi attimi, il cuore di molti si è stretto intorno al ministro del Welfare. Eppure, proprio quelle lacrime hanno calamitato sin da subito l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sulla professoressa di Torino, non certo solo per l’importanza del ruolo istituzionale da lei ricoperto. E di lì a 12 mesi la Fornero di gaffe ne ha raccolte parecchie. Ma non solo lei, tutto il governo Monti ha in qualche modo fatto parlare di sé per strafalcioni e critiche. Ministri e viceministri ne hanno dette di tutti i colori, tanto da far pensare ad una sorta di «maledizione di Palazzo Chigi – cit. Maurizio Belpietro – uno si siede sulla poltrona di premier e si sente libero di fare tutto, anche di dire scemenze».

Martone e i 28enni fuoricorso "sfigati" – Il primo scivolone è stato quello del giovane Michael Martone: Alla sua prima uscita pubblica il Viceministro del Welfare aveva bollato come «sfigati» gli studenti fuoricorso, o più precisamente coloro che non si laureano entro i 28 anni. Una battuta che, oltre a scatenare l'ira del web, portò a scavare nel suo passato mettendo a nudo un episodio non proprio edificante, quando al concorso per professore ordinario non venne ritenuto idoneo, ma alla fine quel posto lo ottenne comunque. Eh sì, perché Martone sarebbe «un raccomandato di ferro, iper-spinto da tutto il mondo» come ha poi raccontato al Secolo XIX uno dei membri della commissione che lo promosse:

Monti e la monotonia del posto fisso – Le gaffe sul lavoro sono sicuramente quelle più gettonate dal governo Monti. In realtà prima ancora di Martone, sulla buccia di banana era scivolata il ministro dell'interno Annamaria Cancellieri, affermando che: «noi italiani siamo fermi al posto di fianco a mamma e papà». Ma la bufera si scatenò in maniera dirompente quando, protagonista dell'infelice rassegna di battute sull'occupazione fu direttamente il premier: «I giovani devono abituarsi al fatto che non avranno il posto fisso per tutta la vita, del resto è monotonia avere il posto tutta la vita». Perché per Monti «è bello cambiare e accettare nuove sfide».

Fornero, collezionista di gaffe – Certo è che, come già accennato, è la Fornero quella che tra i ministri ha collezionato più gaffe. Ad aprire la serie è stato lo spinoso caso degli “esodati”, che ha dato il la – oltre che alla dramma sociale – a un vero e proprio pasticcio istituzionale. Questione "esodati" che ha fatto storcere più volte il naso al Ministro del Lavoro e al governo tutto. Come nell'occasione in cui si è visto costretto a smentire le dichiarazioni del sottosegretario Polillo sulla "beffa" del via libera all'annullamento degli accordi. E che dire dei giovani «esigenti», «schizzinosi», «choosy» insomma. Un'esortazione ad accettare qualsiasi proposta, che però non è piaciuta affatto alla Rete, con miriadi di precari sottopagati che hanno denunciato l’insostenibilità delle loro condizioni di vita.

Fornero che ha fatto della battaglia al lavoro nero e alla "flessibilità cattiva" (quella che genera precariato) uno dei suoi pallini nella riforma. Peccato che qualche giorno fa gli ispettori provinciali romani dello stesso dicastero del Lavoro hanno scoperto centinaia di contratti i lavoro irregolari all’Isfol, l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, ente su cui vigila proprio il Ministero del Welfare. L'ultimo scivolone della serie è l'allontanamento dei giornalisti durante un dibattito a Torino. Cronisti poi sgridati in questi termini: «Se ci siete voi devo pensare ogni parola».

Lo scivolone "osé" del Ministero dell'Istruzione sul pecorino – La lista di svarioni del governo è ancora lunga e, a onor del vero, va detto che il precursore delle steccate, fu il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini, con l’invito al ritorno al nucleare, dopo il trionfo dei No al referendum dello scorso anno. Da allora non se ne è più parlato. E sono parecchie le cose su cui l'esecutivo ha preferito tacere, o meglio correggere la propria posizione. Dalla tassa di 2 centesimi sugli sms alle 6 ore in più per i professori di medie e superiori, dall'operazione "Cieli Bui" alle distanze minime per le slot dalle scuole, fino ai fondi per i malati di Sla. E l'elenco potrebbe continuare. Ma qui, siamo precisi, stiamo parlando di abbagli e strafalcioni. E, quindi, come non concludere con la Regina delle gaffe: quella, al limite del porno, del ministero dell’Istruzione. O meglio, di colui che ha utilizzato con troppa nonchalance il traduttore automatico di Google. "Dalla pecora al pecorino, tracciabilità e rintracciabilità di filiera nel settore lattiero caseario toscano”. Recitava così il bando per un assegno di ricerca dell’Università di Firenze pubblicato sul sito del Miur. Questo il risultato della traduzione in inglese: "From sheep to Doggy Style’ traceability of milk chain in Tuscany“. E fu così che il tipico formaggio sardo diventò una posizione del kamasutra.

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