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Martone provoca gli studenti: laurearsi a 28 anni è da ‘sfigati’

Da bamboccioni a sfigati: Michel Martone definisce così gli studenti che dilatano i tempi di studio, ottenendo il titolo accademico in ritado. Il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali consiglia ai giovani di scegliere un percorso di studio professionalizzante, invece di perdere tempo all’università. Critiche da varie associazioni studentesche.
A cura di Daniela Caruso
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Michel Marton con Renato Brunetta

Studiare, ma rispettando i tempi giusti. Questo è quanto esplicitato dal viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Michel Martone, il quale in merito alla durata degli studi universitari si é espresso con queste parole: "Bisogna dare messaggi chiari ai nostri giovani. Se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato. Essere secchioni, in fondo, non è male, almeno hai fatto qualcosa".

Martone ha, inoltre, aggiunto in merito che spesso è più consono scegliere un percorso di studi che punti direttamente all'inserimento nel mondo del lavoro. Tra gli indirizzi utili, secondo il viceministro, ci sarebbero quelli di stampo tecnico e professionale: "Se invece scegli un istituto tecnico a sedici anni sei bravo". Questo il pensiero esplicitato da Martone, intervenuto oggi nella sede dell'ex opificio in via Ostiense all'incontro dedicato alla "Giornata dell'apprendistato". All'incontro hanno preso parte Renata Polverini, Presidente della Regione Lazio, Mariella Zezza, assessore al Lavoro e alla Formazione, Giuseppe Roma, direttore del Censis, Elena Ugolini, sottosegretario del Ministero dell'Istruzione, della Ricerca e dell'Università.

Una tagliente provocazione quella del viceministro che già sta facendo discutere il popolo del Web e che punta il dito contro gli studenti che dilatano i tempi utili per ottenere il titolo accademico. Se non si ha molta voglia di studiare ma tanta di lavorare sarebbe meglio scegliere un corso di studi professionalizzante, piuttosto che perdere tempo fra manuali accademici. Pietro di Leo, responsabile dell'associazione Gioventù e Libertà, ha dichiarato che

E' opportuno far notare al ministro che non tutti coloro che si iscrivono alle università sono figli di papà. Anzi, l'ultima indagine Eurostudent dimostra che in un periodo di crisi economica come quello attuale sono sempre di più quegli studenti che non possono permettersi il percorso formativo se non affiancandolo ad un lavoro, perchè l'eccessivo aggravio di tasse e spese non può più essere sostenuto dalla sola famiglia. Quindi, se un giovane si laurea in ritardo non è certo uno ‘sfigato', anzi: proprio dalla sua condizione bisognerebbe ripartire per ripensare un sistema che negli anni ha concepito molti delusi e troppi privilegiati.

Indignazione anche dell'Unione degli Universitari, dalla quale arrivano dure critiche alle dichiarazioni di Martone: "Constatiamo di essere di fronte alla classica dichiarazione di una persona che non ha un minimo attaccamento con la realtà di cui parla, né tantomeno un briciolo di rispetto per gli studenti e le famiglie che ancora oggi, nonostante le mille difficoltà economiche e un'organizzazione della didattica spesso incoerente, cercano di proseguire nel percorso ad ostacoli della laurea: ostacoli di ordine economico e sociale". 

Anche Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell'Udu sottolinea il fatto che l'Italia è "l'unico paese al mondo dove non ci sono soldi necessari per coprire le borse di studio che dovrebbero essere lo strumento per tutelare il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione". Secondo il coordinatore nazionale di Generazione Futuro, Gianmario Mariniello "Martone ha usato un linguaggio sbagliato, non confacente a un rappresentante della Repubblica italiana, che generalizza eccessivamente e rischia di travolgere anche la parte giusta del suo messaggio".

Le parole di Martone possono rievocare quelle utilizzate dall'ex ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, il quale disse testuali parole: "Mandiamo i bamboccioni a casa". Dopo quattro anni la situazione non sembra affatto cambiata.

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