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Trump contro la carovana dei migranti dal Messico: “Se necessario usare la forza letale”

Il presidente americano Donald Trump torna a minacciare la carovana dei migranti che dal sud America ha raggiunto la città messicana di Tijuana. Ha spiegato che se sarà necessario le truppe Usa inviate al confine col Messico “useranno la forza letale per fermare i migranti che cercheranno di entrare nel Paese”.
A cura di Susanna Picone
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Continua la linea dura del presidente americano Donald Trump contro la carovana di migranti in arrivo negli Usa dall’America centrale. Trump ha fatto sapere di aver autorizzato le truppe al confine Usa-Messico a “usare la forza letale”, se necessario, contro la carovana di migranti in avvicinamento. Parlando ai giornalisti a Mar-a-Lago, in Florida, il presidente degli Stati Uniti ha anche minacciato di chiudere l'intero confine con il Messico. “Se devono, useranno la forza letale, ho dato l'ok – è quanto ha annunciato il presidente Donald Trump – se devono e spero che non debbano farlo. Non ho scelta”. Trump ha parlato di circa 500 criminali all'interno della carovana e di “gentaglia”. I soldati al confine tra Usa e Messico sono circa seimila. “Se arriviamo a una fase in cui perdiamo il controllo o c'è violenza, chiuderemo temporaneamente l'ingresso nel paese fino a quando la situazione non sarà nuovamente sotto controllo”, così ancora dal suo resort Mar-a-Lago in Florida il giorno del Ringraziamento.

Il nuovo piano anti-carovana di Trump – L'amministrazione Trump sta inoltre lavorando a una misura chiamata “Remain in Mexico” per costringere i richiedenti asilo che si presentano ai posti di confine Usa ad aspettare in Messico che la loro richiesta di asilo venga esaminata. A rivelarlo è il Washington Post, che ha ottenuto i documenti del dipartimento di Sicurezza Interna. Il nuovo piano arriva dopo che un giudice federale ha bloccato il decreto con cui si vietava l'asilo a chiunque fosse entrato illegalmente negli Usa: cambierebbe le attuali regole che generalmente permettono a coloro che rischiano di essere perseguitati nel loro Paese di evitare il rimpatrio immediato e di restare negli Usa finché il giudice non si pronunci sulla propria domanda di asilo.

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