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Tre minorenni inglesi vanno in Siria a combattere con l’Isis

Gli ufficiali di Scotland Yard che conducono l’indagine sulle tre studentesse Amira Abase e Shamima Begum, entrambe di 15 anni, e Kadiza Sultana di 16, confermano che le ragazze hanno oltrepassato il confine con la Turchia.
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A cura di B. C.
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Scotland Yard è in Turchia per portare avanti le ricerca delle tre adolescenti britanniche partite quasi una settimana fa per unirsi ai jihadisti dell'Isis in Siria. Amira Abase e Shamima Begum, entrambe di 15 anni, e Kadiza Sultana di 16, sono partite con un aereo da Londra per Istanbul il 17 febbraio. "Gli ufficiali che conducono l'indagine sulle tre ragazze scomparse da Londra ora hanno ragione di credere che non siano più in Turchia e che siano entrate in Siria", ha scritto la polizia in una nota. Le tre minorenni erano state viste l'ultima volta, con i bagagli e ben vestite,  all'aeroporto di Gatwick da dove si sono imbarcate su un volo per Istanbul. Alle famiglie avevano detto che avrebbero passato la giornata insieme fuori, approfittando della pausa scolastica di metà semestre. Secondo la Bbc le ragazzine sarebbero state prelevate dalla Turchia quattro giorni fa e portate clandestinamente in Siria. "Quello che sta facendo è completamente senza senso" ha dichiarato il padre di Amira Abase, implorando la figlia di tornare a casa. "Ricordati quanto ti amiamo. Tua sorella, tuo fratello, che non riesce a smettere di piangere".

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Apprensione dal comandante della polizia di Londra, Richard Walton: "Il nostro obiettivo principale è quello di entrare in contatto con loro". Ha quindi rivolto un appello "a chiunque abbia informazioni sulla loro scomparsa di rivolgersi alle autorità". Il primo ministro britannico David Cameron ha evidenziato che questa storia fa capire l’importanza di combattere l'Is su più livelli. "E' necessario che ogni scuola, ogni università, ogni collegio, ogni comunità riconosca che hanno un ruolo da svolgere, tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere per impedire che le menti delle persone vengano avvelenate da questo terribile culto della morte". Anche la famiglia di Shamima ha fatto un appello pubblico nella speranza che le ragazze tornino nel loro Paese. "La Siria è un luogo pericoloso e non vogliamo che tu vada lì. Entra in contatto con la polizia, vi aiuterà a tornare a casa. Per favore non attraversare il confine. Noi non siamo arrabbiati con te, ti vogliamo bene".

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